Intervista esclusiva a Domenico Caso: "Crisi Lazio colpa di tutti, Tudor scelta azzardata. Fiorentina? Assurde le critiche a Italiano"
La nostra redazione ha intervistato l'ex centrocampista di Fiorentina, Inter e Lazio. L'analisi dell'ex capitano e allenatore dei biancocelesti sulla crisi della squadra che ha portato alle dimissioni di Sarri. Il parere sul momento dei viola e sull'uscita dei nerazzurri dalla Champions League.
La Lazio è già nel futuro. Le dimissioni di Maurizio Sarri hanno convinto il presidente Lotito ad anticipare l’arrivo dell’allenatore al quale sarà affidato il compito di aprire un nuovo ciclo. La scelta è caduta su Igor Tudor, il cui arrivo sembra destinato a chiudere in casa biancoceleste il tourbillon di polemiche che ha coinvolto società e giocatori. Per avere un parere qualificato sul tema la nostra redazione ha raggiunto un cuore biancoceleste come Domenico Caso. Al capitano della mitica Lazio dei -9, nonché ex allenatore della Primavera e della prima squadra, abbiamo chiesto un’opinione anche sul percorso stagionale in Serie A di altre due squadre che hanno caratterizzato la sua carriera di giocatore, Inter e Fiorentina.
Caso, grazie per aver accettato il nostro invito. Da profondo conoscitore dell'ambiente Lazio che idea si è fatto della situazione che ha portato alle dimissioni di Sarri? Cataldi ha parlato di qualcosa che si era rotto: secondo lei più sul piano tattico o umano? E da mister cosa pensa della decisione di Martusciello di restare, anche se solo per una partita?
Sarri ha preso una decisione forte, sicuramente non comune, difficile sul piano professionale e in quanto tale va rispettata. Se è arrivato ad andarsene devono essersi create situazioni particolari all’interno dello spogliatoio. Dall’esterno è difficile commentare, ma da allenatore posso dire che quando un tecnico si rende conto di non avere più in mano il gruppo c’è poco da fare. Il fatto che Martusciello sia rimasto per un’altra giornata non è particolarmente indicativo. Certo, solitamente quando un allenatore lascia vanno via anche tutti i collaboratori, ma non sappiamo cosa si siano detti tra loro e le eventuali richieste della società.
Cosa pensa della scelta di puntare subito su Tudor, che peraltro è un tecnico molto diverso da Sarri anche come idee tattiche? Sarebbe stato più logico aspettare e chiudere la stagione con Martusciello o magari puntare su un traghettatore con un passato importante da giocatore della Lazio? Si erano fatti tanti nomi, da Orsi a Klose, da Parolo a Rambaudi.
Purtroppo a volte le scelte sbagliate delle società possono condizionare un’intera stagione. Pensiamo al Napoli, De Laurentiis ha dovuto mettere due allenatori a libro paga prima di accorgersi che il sostituto ideale di Spalletti sarebbe potuto essere Calzona. Nel caso della Lazio personalmente non avrei preso subito l’allenatore per la prossima stagione. Tudor è un tecnico molto bravo e preparato, ma ha concetti calcistici molto diversi rispetto a quelli di Sarri e anche per la squadra non sarà facile adattarsi subito, a stagione in corso. Chiudere il campionato con un cosiddetto “traghettatore” e proseguire con il 4-3-3 sarebbe stato meno traumatico.
Quando un allenatore arriva a dimettersi è una sconfitta anche per giocatori e società. Lotito è stato molto duro parlando di “tradimento” nei confronti di Sarri, ma dall’altra parte lo stesso allenatore aveva più volte espresso il proprio malcontento per la conduzione del mercato. Possiamo parlare di un epilogo per certi versi ‘annunciato’?
Quando le cose vanno così male le colpe sono da dividere. Di sicuro durante il mercato estivo non sono state seguite le indicazioni dell’allenatore che lo ha ripetuto spesso e anche di recente, quando ha fatto riferimento alle famose “liste A, B e C”. Sarri è un tecnico top, dal punto di vista professionale è sempre stato inappuntabile e ha provato in tutti i modi a tenere botta dopo la stagione chiusa al secondo posto, ma la squadra ha avuto una discontinuità sconcertante e non ha mai dato certezze né sul piano delle prestazioni e neppure su quello dei risultati. Adesso bisogna voltare pagina, spetterà a Lotito e ai suoi collaboratori fare le scelte giuste anche sul mercato. Quanto alle dichiarazioni la situazione è sfuggita di mano a tutti. In casi come questi bisognerebbe parlare il meno possibile, l’unico a farlo dovrebbe essere il presidente. È stato Sarri a decidere di andarsene e qualsiasi commento è destinato a creare polemiche. Lotito si sarebbe dovuto limitare a ringraziare l’allenatore, senza aggiungere altro. Così come ha sbagliato Cataldi a rispondere.
Caso, lei ha legato una parte una parte importante della propria carriera anche all’Inter, vincendo uno scudetto. Ritiene che l’inattesa eliminazione dalla Champions League rischi di offuscare il percorso quasi perfetto avuto dalla squadra in campionato? Secondo lei cosa non ha funzionato nella notte del Metropolitano?
L’eliminazione dalla Champions non offusca il cammino che l’Inter ha fatto e sta facendo in campionato. Contro l’Atletico purtroppo la squadra ha pagato una serata nella quale la prestazione non è stata del consueto livello, soprattutto sul piano della concentrazione. Alla fine però a decidere la partita sono stati gli errori sotto porta di Barella e soprattutto di Thuram, più ancora che i rigori sbagliati. La qualificazione è stata persa lì, non vedo responsabilità di Inzaghi che anzi l’aveva preparata bene. Fino a buona parte del secondo tempo l’Inter stava tenendo il campo, pur soffrendo magari sul piano del ritmo perché in Italia non ci sono squadre che corrono come ha fatto l’Atletico. A livelli così alti certi errori si pagano.
L’ultima domanda non posso che porgliela sulla Fiorentina, la squadra dove ha giocato di più e dove ha iniziato la carriera da giocatore e allenatore. I viola insieme all’Atalanta sono gli unici ancora in corsa su tre fronti, come già accaduto lo scorso anno. Eppure i tifosi e l’opinione pubblica si dividono sull’allenatore. Secondo lei che bilancio si può fare del lavoro di Italiano? Lo avrebbe visto bene alla Lazio?
Io credo che il bilancio della Fiorentina con Italiano sia molto positivo. È stato fatto un grandissimo lavoro, anche quest’anno come lo scorso la squadra è in corsa su tre fronti. Conosco bene la piazza di Firenze e so che è molto critica, che non si riesce mai a essere davvero contenti. Tuttavia, premettendo che giudico dall’esterno, faccio fatica a capire questa spaccatura che si è creata. Italiano dalla propria parte ha i risultati oltre alla base tattica solida e ben definita che ha saputo costruire. Fossi nella piazza di Firenze e nella società ci penserei bene prima di farmi sfuggire un allenatore del genere. Stiamo parlando di uno dei migliori tecnici emergenti, può stare bene ovunque. Se dovesse cambiare chi lo prenderà farà un ottimo colpo. Sarebbe stato bene alla Lazio, ma sarebbe ideale anche per il Napoli per proseguire nel solco del 4-3-3.