Parma, è fuga: perché la squadra di Pecchia ha tutto per fare il vuoto in Serie B
Nove vittorie in 12 partite, turnover ragionato e una qualità di gioco da stropicciarsi gli occhi. Fabio Pecchia ha creato una macchina (quasi) perfetta. Ecco tutti i pregi e i pochi difetti del nuovo Parma che corre verso la Serie A dopo meno di un terzo di stagione
Se non una prova della verità, la partita che il Parma ha affrontato e vinto contro il Südtirol rappresentava un valido test per capire meglio le potenzialità della squadra di Fabio Pecchia, non solo di recitare un ruolo da protagonista nel campionato di Serie B che si avvicina a grandi passi a coprire il primo terzo del proprio percorso, ma sulle reali possibilità di dominarlo.
Parma in volo: scacco matto all'"ermetico" Sudtirol
Ebbene, l’esame è stato superato a pieni voti. I crociati hanno ottenuto la nona vittoria in 12 partite, la quinta in sette partite al Tardini, dove hanno fatto punti solo Reggiana e Sampdoria a settembre. Ebbene, in un mese e mezzo il Parma sembra già essere ulteriormente cresciuto, proseguendo quell’evoluzione rispetto alla scorsa stagione già evidente nelle prima battute del campionato in corso. La formazione di Bisoli infatti era stata una delle bestie nere del Parma edizione 2022-’23 (un pareggio e una sconfitta). Ora il tabù è caduto e non è poco, considerando lo stile di gioco degli altoatesini. Il Südtirol è infatti una delle squadre più “scorbutiche” dell’intero campionato, perfetta nel compattarsi con due linee molto corte e strette e nel non concedere spazi anche grazie al sacrificio dei propri attaccanti.
Parma, il cambio di marcia in casa può valere la Serie A
Sbloccare la partita dopo pochi minuti grazie a una prodezza di Ange-Yoan Bonny ha sicuramente spianato la strada al Parma, che ha però gestito con saggezza il resto della partita, evitando di cercare subito il raddoppio per non esporsi alle ripartenze avversarie, per poi piazzare il colpo da ko in avvio di ripresa grazie al rigore trasformato da Man e procurato da Bernabè. Insomma una gestione perfetta, quella che non si era vista contro Reggiana e Sampdoria, altre due squadre venute al Tardini solo per difendersi, sebbene contro i blucerchiati il Parma abbia creato tante occasioni. Ma quella che soprattutto non si era vista nelle tante partite simili giocate nella scorsa stagione. Al netto della bella rimonta in primavera, infatti, lo scorso anno il Parma si è giocato molte chances di promozione proprio in casa. Si pensi ai tanti punti persi contro formazioni venute per difendersi e poi letali in ripartenza, dal Pisa all’Ascoli fino al Modena.
Parma in volo: come attaccare senza perdere equilbri
Ora è tutto diverso ed è quasi un “mistero”. Perché nella formazione iniziale contro il Südtirol il Parma aveva solo tre volti nuovi rispetto allo scorso anno, Di Chiara, Begic e Colak. A cambiare allora è stata soprattutto la mentalità, oltre alla conoscenza del gruppo da parte di Pecchia. L’ex allenatore della Cremonese ha costruito un gioiello quasi perfetto, che sa macinare punti e dare anche spettacolo. Anche in contesti tattici differenti, proponendo un calcio offensivo, ma sempre equilibrato. La difesa sbaglia meno dello scorso anno perché meglio protetta dal centrocampo e questo succede anche in partite come quella contro il Südtirol, quando nel primo tempo c’erano in campo ben quattro attaccanti di ruolo, più Bernabè a centrocampo. Pur a trazione anteriore, allora, il Parma ha saputo essere perfetto in fase di non possesso e veloce in quella di circolazione di palla, difetto emerso troppo spesso nella passata stagione.
Pecchia e la saggia gestione della rosa: ecco il turnover "moderno"
Non si trascuri poi la gestione del gruppo, altro merito evidente di Pecchia. Forse le partenze di senatori come Buffon e Vazquez hanno responsabilizzato di più i “giovani vecchi” della rosa, dallo stesso Bernabè a Man, fino a capitan Delprato, fatto sta che l’allenatore ha fin qui concesso minuti a tutti i giocatori della rosa eccetto secondo e terzo portiere e compreso Charpentier, il centravanti che sembrava desparecido in estate, e invece autore di un gol decisivo contro il Como. Appena in quattro hanno giocato tutte e 12 le partite, ma il solo Chichizola lo ha sempre fatto da titolare. Il tutto senza adattare i giocatori al proprio credo tattico, ma facendo sempre il contrario. Si pensi a Coulibaly, Sohm, Benedyczak, Bonny e Hernani, già utilizzati in puù ruoli sempre con risultati soddisfacenti.
È vera fuga? Il verdetto dopo Spezia e Palermo
Detto questo il campionato è lungo e 7 punti sulla terza non danno alcuna certezza a inizio novembre. Il Parma ha finora dato l’impressione di poter accelerare e controllare a piacimento contro qualunque avversario, o quasi. Se infatti esiste un dubbio sulle potenzialità della squadra questo riguarda la tenuta negli scontri diretti. Non tanto per un discorso di qualità, ma perché per come è stata costruita questa squadra sul mercato il Parma sembra destinato a soffrire contro avversari che tengono il pallone e che costringono i crociati a recuperarlo. Non è questo il pane dei talenti che affollano centrocampo e trequarti del Parma. Il solo Estevez è un “cagnaccio” abile nell’interdizione e lo si è visto contro il Venezia. Contro Modena, ma soprattutto Palermo e Spezia, quindi, le ultime big da affrontare, si capirà definitivamente se dalle parti del Tardini ci si potrà concedere il lusso di vivere un girone di ritorno con accesa la “modalità gestione”.