Serie C, fioccano gli esoneri: dentro i numeri shock di una stagione da incubo
Triestina e Spal, quest'ultima al secondo avvicendamento della stagione, sono state solo le ultime società della terza serie ad affidarsi alla classica "mossa della disperazione". Sono appena 12 i tecnici ancora al proprio posto da inizio stagione
È 31 il numero “magico” della Serie C 2023-’24. Almeno per il momento. Questa è infatti la quota di allenatori ancora in sella nelle rispettive panchine dall’inizio della stagione, così divisi: 12 nel girone A, 11 nel B, otto in quello meridionale. Si tratta del 57% sulle 54 squadre che danno vita in totale ai tre gironi della terza serie. I cambi, però, sono stati in realtà molto di più. Dopo la disputa della quinta di ritorno, che ha portato ribaltoni alla guida di Spal e Triestina, il conto aggiornato è infatti di 38 esoneri. Una cifra che non comprende i numerosi "traghettamenti" di una o più giornate affidati ai tecnici promossi dalle giovanili in attesa che le società individuassero il profilo del nuovo allenatore. Che, in più di un’occasione, è stato a propria volta esonerato.
Se cambiare allenatore non basta: lo "strano" caso della Serie C
Un vortice che ha del clamoroso, per una media di un cambio di allenatore e mezzo per ciascuna giornata. Si tratta di un monte elevatissimoer un campionato dove le risorse economiche a disposizione dei presidenti non sono certo infinite, benché l’accordo con Sky Sport per le prossime tre stagioni abbia portato una boccata d’ossigeno inattesa e significativa. Considerando anche che non tutti i club potranno contare sugli introiti portati dall’impiego dei giovani.
Cambiare un allenatore non rappresenta però solo una sconfitta sul piano economico per la società, bensì l’ammissione indiretta di un fallimento tecnico per chi ha allestito la squadra in estate. E pure per i giocatori che vanno in campo. La classica mossa dettata dalla volontà/speranza di invertire il verso di una stagione nata male. O che comunque rischia di non portare al raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
Alessandria & c: quando l'esonero è doppio
Considerando i tre gironi sono sette le società nelle quali sono avvenuti almeno due cambi di panchina. Nessuna di queste sta sopra al sestultimo posto nelle classifiche dei rispettivi gironi. Anzi, nel girone A Alessandria e Fiorenzuola occupano le ultime due posizioni, nel B la Spal è terzultima. Le parziali eccezioni vengono dal C, dove oltre al Monterosi fanalino di coda, protagonista di tre esoneri, gli avvicendamenti multipli in panchina si sono verificati a Foggia e a Potenza. Squadre al momento al di fuori della zona playout, sebbene nessuna delle due fosse partita ad inizio stagione con progetti così “minimal”.
Serie C: Triestina e Spal, dall'obiettivo promozione alla crisi
Nessuna zona di classifica è stata al riparo dai ribaltoni. Cinque delle altrettante prime della classe nei tre gironi hanno infatti optato per l’esonero. L’ultimo “tabù” a cadere è stato quello della Triestina, che all’indomani della sconfitta interna contro la Pro Patria ha dato il benservito ad Attilio Tesser. Il Comandante, già alla guida degli alabardati vent’anni fa in Serie B, paga anche colpe non proprie, ma il distacco dal Mantova capolista (11 punti) e dal Padova secondo (5) non è in linea con le ambizioni del club a inizio stagione. Il successore dovrà cercare di migliorare la posizione nella griglia playoff e cercare di eguagliare quanto fatto dagli allenatori di Benevento, Novara, Perugia e Rimini, gli unici casi in cui il cambio di panchina ha portato a oggettivi benefici in termini di risultati. Una percentuale minima rispetto alla montagna di avvicendamenti. Quattro sono anche, al momento, i casi di richiami dopo un precedente esonero. Hanno optato per questa soluzione Alessandria e Monterosi, per il momento senza risultati, ma anche Foggia e ora Spal. A Ferrara Joe Tacopina ha ripreso Domenico Di Carlo dopo la deludente parentesi con Leonardo Colucci. Partiti per tornare subito in Serie B, i ferraresi si trovano in piena zona playout con una squadra che per valore tecnico e monte ingaggi vale la categoria superiore. Dov’è l’errore?