Froome doping, mistero sull’uso dell’inalatore spray

Pubblicato il autore: Vincenzo Di Vaio Segui

Froome doping

Roma – Da protagonista annunciato al prossimo Tour de France a oggetto della critica da parte di giornali e colleghi. Dura la vita per Chris Froome, leader del Team Sky ed attualmente maglia gialla del Giro del Delfinato, nel quale ha vinto la crono di apertura e la dura tappa che ieri ha portato i girini in gara al Col du Beal. Si è paventato però anche un caso di doping Froome, alle prese con un inalatore spray sospetto.

Froome doping, è consentito l’inalatore spray?

E’ proprio di ieri un video quantomeno scabroso, che vede il ciclista britannico inalare qualcosa tramite un’apposita bomboletta nascosta all’interno del proprio guanto sinistro. L’episodio, rilanciato dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, ha innalzato un polverone tanto importante quanto di facile risoluzione. L’articolo si interrogava sulla natura dello spray (si è subito parlato di salbutamolo, sostanza per combattere gli attacchi d’asma) e sull’effettiva quantità somministratasi dal corridore: secondo la rosea, il keniota naturalizzato britannico, ha rischiato di superare la soglia consentita dai regolamenti (pochi “spruzzi” e ci si sarebbe impigliati nelle maglie del doping), ammesso che comunque soffrisse davvero di attacchi d’asma. E’ di qualche ora fa la risposta dell’entourage del capitano del Team Sky: “Chris Froome usa un inalatore sin da quando era ragazzino per curare la sua asma. Il prodotto è stato approvato dall’Uci, la federciclismo mondiale, e non richiede una specifica esenzione terapeutica “. Quindi, chiusa ogni possibile polemica sulla possibilità di avere a che fare con un clamoroso caso di doping per Froome.

Non si arresta la polemica su Wiggins

Ormai è guerra aperta tra i due leader del Team Sky. Dopo aver appreso che la squadra diretta da Nicolas Portal avrebbe puntato su Froome come uomo di punta per la Grand Boucle, Bradley Wiggins ha fatto un passo indietro, autoescludendosi dalla corsa a tappe più importante del calendario: “La squadra è tutta per Chris che punta a vincere il suo secondo Tour di fila. Nonostante stia bene fisicamente, non sarò della corsa“.
Tutto questo non ha fatto altro che acuire un astio già molto palpabile tra i vincitori delle ultime due edizioni del Tour e confermato nero su bianco da Froome all’interno della sua autobiografia: “Bradley è arrogante e non ha diviso con noi il premio per la vittoria al Tour“.
La pedalata di Froome dovrà farsi più decisa: misteri e polemiche gli saranno attaccati alla ruota, probabilmente con più tenacia di Contador.

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