La Cina da' un segnale nella lotta al doping: fuori Wang e An dalla squadra olimpica di nuoto
La Cina non è certo una nazione che fa della lotta al doping la sua bandiera, basti vedere i suoi precedenti passati e recenti, però questa volta tenta di far vedere qualcosa di nuovo, rimediando ai suoi pasticci: dalla lista dei nuotatori che la nazione cinese porta all'olimpiade, mancano i nomi di due ragazzi, molto giovani, che erano stati al centro di una grossa polemica riguardante il doping, ossia Wang Lizhuo, 17 anni, e An Jianbao.
Il primo è ranista di ottimo livello: con il 59.60 nei 100 rana nuotato a Giugno, aveva stabilito il nuovo record cinese e primato mondiale juniores della distanza, e si inseriva nella top ten stagionale mondiale, con un occhio alla finale olimpica. An Jiabao invece è mistista di buon livello ma niente di eccezionale. I due erano stati trovati positivi al Clenbuterolo in controlli di data incerta tra agosto e settembre dello scorso anno, ma la loro positività fu resa nota dall'agenzia antidoping cinese solo a Marzo di quest'anno. La stessa agenzia comminò ai due tesserati coinvolti una semplice ammonizione verbale, in contrasto con le pene previste dallo statuto antidoping della Wada, agenzia antidoping mondiale, che rispose immediatamente che ci sarebbero stati provvedimenti. Ora , con l'esclusione dei due atleti dall'olimpiade di Rio, o i cinesi hanno agito per evitare problemi, cosa non molto credibile visto i loro trascorsi, o sono stati per così dire costretti dalla Wada e dalla Fina a non portare i due atleti a Rio.
La Cina ha già avuto diversi grattacapi da questo punto di vista, tra l'altro riguardanti i suoi due gioielli.
Sun Yang, famoso pluri campione olimpico e mondiale, da noi noto per essere il più serio rivale di Paltrinieri a Rio e anche per le sue fughe e risse in vasca, nel 2014 fù trovato positivo alla trimetazina e squalificato dalla agenzia cinese per 3 mesi: fin qui niente di strano, tranne che la squalifica passò totalmente inosservata, non essendo stata comunicata, e venne a galla tempo dopo, già scontata.
Più chiaro il caso di Ning Zetao, che nel 2011, appena diciottenne, fu trovato positivo al clenbuterolo, stessa sostanza dei due sopracitati, e si fece il suo anno di sospensione.
Da brividi il caso di Qing Wenyi, la forte diciassettenne campionessa cinese giovanile che morì in ritiro con le compagne per un malore notturno: secondo un indagine della rivista inglese swimvortex, fu cremata immediatamente per nascondere il suo uso di sostanze che ne avrebbero provocato il malore. Era allenata da Zhou Ming, allenatore cinese radiato dopo gli innumerevoli casi di doping dello scandalo del 1998, e poi reintegrato.