I calciatori in politica, poche gioie e molti dolori
Alle elezioni comunali del 5 giugno, come spesso successo in passato, anche un ex calciatore famoso ha provato a candidarsi senza ottenere particolari soddisfazioni. Si tratta di Daniele Massaro, ex calciatore del Milan e della Nazionale, che era candidato con Forza Italia a Milano ed ha avuto 384 voti, non riuscendo quindi a essere eletto consigliere comunale. Ma questo è solo l'ultimo capitolo di numerosi tentativi andati a vuoto da parte di ex campioni italiani del calcio che non sono riusciti a lasciare il segno in politica.
Non è mai riuscito ad essere eletto malgrado vari tentativi Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus, che nel 1999 si presentò alle elezioni europee con Alleanza Nazionale, senza essere eletto. Nel 2005 provò a candidarsi a presidente della Regione Lombardia con il Nuovo MSI ma non riuscì a presentare le firme sufficienti. Nel 2006 poi si candidò, ancora per Alleanza Nazionale, a consigliere comunale di Milano, ottenendo solo 57 voti che non gli valsero l'elezione.
Sempre nel 1999 e ancora con AN provo a candidarsi alle suddette elezioni europee anche Paolo Rossi, il capocannoniere del Mundial '82 e Pallone d'oro, ma anche lui mancò l'elezione all'Europarlamento.
Scarsa fortuna ebbe anche la bandiera della Lazio Giorgio Chinaglia, che pure si candidò alle europee del 1999, stavolta nella circoscrizione dell'Italia centrale con il Partito Popolare Italiano, ma anche lui non riuscì ad essere eletto a Strasburgo.
Anche un altro storico volto della Nazionale ha provato a candidarsi, stavolta come Sindaco di Firenze, si tratta di Giovanni Galli che nel 2009 fu l'uomo di punta del centrodestra, battuto dall'allora giovane Matteo Renzi del PD. Dopo 5 anni all'opposizione nel consiglio comunale fiorentino, nel 2014 provò poi a candidarsi alle Europee con Forza Italia ma le oltre 10.000 preferenze ottenute non furono sufficienti a essere eletto.
Interessato alla politica è sempre stato anche il portiere di Perugia e Reggiana Lamberto Boranga, noto per essere tornato fra i pali anche in tarda età, ma nonostante una storica militanza giovanile a sinistra nel 2009 fu poi candidato con la Lega Nord a Reggio Emilia, comunque senza troppa fortuna.
Coerentemente a sinistra è sempre stato invece il noto allenatore Renzo Ulivieri, candidato al Senato con Sinistra Ecologia e Libertà nel 2013, risultato poi il primo dei non eletti in Toscana.
Uno dei casi più recenti di calciatori in politica, a maggio 2015, è stato infine stato Francesco Moriero, ex centrocampista di Roma, Inter, Nazionale e poi allenatore, anche lui non riuscì ad essere eletto alle elezioni regionali pugliesi nella lista di Forza Italia.
Passiamo adesso ai calciatori che, quantomeno, sono riusciti a essere ottenere il tanto ambito seggio, anche se spesso senza riuscire ad incidere più tanto nelle dinamiche politiche che li circondavano. Uno dei primi fu lo storico attaccante della Roma degli anni '40 Amedeo Amadei, che a fine carriera si candidò con la Democrazia Cristiana al consiglio comunale romano, ottenne 18.000 voti e fu il secondo degli eletti, però rimase al Campidoglio solo 5 anni, poi tornò a Frascati a gestire il forno della famiglia.
In seguito fu il "Golden Boy" Gianni Rivera a iniziare quella che sarebbe stata una lunga carriera politica: riuscì a rimanere a Montecitorio dal 1987 fino al 2001 (prima nella DC e poi nell'Ulivo), in seguito dal 2005 al 2009 fu Parlamentare europeo. Successivamente gli andarono male le amministrative del 2011 a Milano quando ottenne solo 20 preferenze dentro una lista civica a sostegno di Letizia Moratti, così come non ce l'ha fatta ed essere eletto al Senato nel 2013 con il Centro Democratico di Tabacci.
Un'esperienza parlamentare l'ha avuta anche Massimo Mauro, già centrocampista di Napoli, Juventus e Udinese, che nel 1996 è stato eletto in Calabria alla Camera dei deputati con l'Ulivo. Nel 2006 si è poi candidato alle amministrative di Torino ancora con l'Ulivo, venendo eletto consigliere comunale.
Insomma, la storia narra di esperienze poco confortanti quando un calciatore prova a varcare le porte della politica. D'altronde si tratta di un ambiente assai difficile e competitivo, e probabilmente in certi casi il "nome di grido" dell'ex calciatore viene usato strumentalmente dal partito di turno solo per "acchiappare voti" al grande pubblico piuttosto che per un reale interesse a valorizzare il personaggio dentro le istituzioni. Così come è vero che la notorietà acquisita in un certo campo difficilmente si trascina in automatico anche in un altro ambito della vita pubblica.