Juve: un capolavoro nato al Wanda Metropolitano
Capolavoro. La sintesi più calzante per racchiudere Juve-Atlètico Madrid è racchiusa nel significato di questa parola. All'indomani della remuntada, negli occhi dell'Italia calcistica scorrono ancora le immagini di un mostruoso Ronaldo. Per quanto ci fosse ottimismo recuperare un 2-0 patito all'andata non è mai cosa scontata e semplice, e la dimostrazione di forza degli uomini di Allegri non può che essere definita come capolavoro. Una lezione tattica, fatta di pressing, intensità e gioco offensivo, data dal 'Max' al Cholo Simeone. All'Allianz ieri è andata in scena la più bella partita stagionale della Juve, che mai in stagione aveva indossato un abito così bello come quello di ieri sera. Come detto Allegri ribalta il tavolo e ora fa, giustamente, il carico di complimenti, anche da parte dei suoi detrattori, e può così gonfiare il petto. Ma se questo è vero e meritato, lo erano altrettanto gli appunti fatti ad Allegri. La sensazione avuta nel corso della stagione è di una squadra che può andare oltre i propri limiti, ma frenata, quasi vogliosa di una scossa prima di poter dimostrare la propria caratura. Ed è quello che è successo nell'arco dei 180' degli Ottavi di Champions League. L'andata al Wanda Metropolitano, fu di una bassezza e bruttezza più uniche che rare, e le critiche per il modo rinunciatario di giocare di Allegri furono giustissime. Con una squadra così e con gli interpreti più forti in Europa, non puoi aspettare il tuo avversario e rischiare di perdere 4-0.
La scoppola subita all'andata ha motivato tutta la Juve: in primis Allegri, poi tutto l'ambiente e infine Ronaldo, ed il capolavoro di ieri nasce proprio all'indomani di quella sconfitta. Il 2-0 ha costretto la Juve a giocare a viso aperto, con la consapevolezza di non avere più nulla da perdere, ed essere libera di esprimersi in maniera offensiva, il risultato è nei nostri occhi: la partita perfetta. La domanda, antipatica, sorge spontanea: Senza quella scoppola e le ripetute critiche avremmo visto la stessa Juve? Trovare una risposta a questo interrogativo è impossibile, ma di sicuro a Torino avranno capito che con il materiale a disposizione chiedere qualcosa in più da parte di stampa e tifosi, dal punto di vista dell'approccio offensivo e del gioco, non è una richiesta utopistica. La vittoria degli ottavi, può essere lo spartiacque decisivo della stagione e alla rincorsa del sogno ventennale chiamato Champions League, con la consapevolezza ritrovata che Allegri è un gran sarto, delle volte svogliato, e nel suo armadio ha abito di lusso invidiati in tutta europa. Ieri ha indossato quello più luccicante, la speranza è che non lo tolga più almeno fino a Madrid, il 1 giugno.