Grande festa ieri sera in quel di Bergamo alla presentazione dell’Atalanta: pronta per la trasferta in Inghilterra prima dell’inizio della stagione (la più importante in 112 anni di storia atalantina). Tra il tifo non si parla altro che della Dea in Champions, ma c’è un tassello che ha fatto molto discutere: l’accoglienza di Marco Sportiello. I giocatori venivano presentati singolarmente e quando era il turno del numero 57 atalantino, il popolo nerazzurro si è diviso in più parti: tra chi fischiava, applaudiva e poi coloro che mostrarono solo indifferenza. Alcuni hanno condiviso questa modalità, altri invece pensano che sul suo conto sia stata adottata una linea molto dura. Ma come sempre non perdiamoci in chiacchiere e proviamo ad analizzare il contesto.
LA COSTRUZIONE DELLA VICENDA – Ritorniamo per un secondo alla serata di ieri, lo speaker annuncia Marco Sportiello e il pubblico, secondo quanto raccolto da alcune testimonianze, non sapeva come comportarsi: alcuni fischiarono e poco dopo parte del tifo (non la “Curva Nord”) si aggregò di conseguenza. Successivamente è partito qualche applauso e gli Ultras dell’Atalanta hanno intonato un coro contro la Fiorentina: squadra dove Marco aveva esplicitamente dichiarato di trovarsi bene rispetto che a Bergamo.
SOLUZIONE MIGLIORE? ASPETTARE PER POI GIUDICARE – Sui social i tifosi si sono divisi: c’è chi ha ritenuto giusto fischiarlo, e chi invece sosteneva che l’indifferenza era la soluzione migliore. Oggettivamente parlando, i fischi sono abbastanza comprensibili ma errare è umano e se Sportiello dovesse dimostrare, attraverso i fatti, di tenere alla maglia dell’Atalanta, il popolo nerazzurro potrebbe anche perdonarlo. La dimostrazione più evidente? Andrea Masiello. Certo, il difensore era immischiato in un contesto molto delicato come il calcioscommesse a Bari, ma nessuno in quel di Bergamo voleva più vederlo in squadra: attraverso fatica, impegno e sudore si guadagnò il rispetto di tutti diventando l’idolo di tutta la tifoseria. Il suo rapporto con l’Atalanta dipende tutto da lui: staremo a vedere.