Intervista esclusiva a Mauro Bressan: "Capolavoro Napoli, Conte e McTominay simboli dello scudetto. Bologna e Como sono state le più divertenti. Voto alla Fiorentina? Darei..."
Intervista esclusiva della nostra Redazione a Mauro Bressan. Cresciuto nelle giovanili del Montebelluna prima e in quello del Milan negli anni '90, viene ceduto al Perugia in Serie C1 nel 1991, tuttavia senza esordire in gare ufficiali; nello stesso anno è il Como ad acquistarlo, ottenendo con i lariani una promozione in Serie B nella stagione 1993/94, mentre in quella successiva esordisce in Serie A grazie al Foggia. Seguono esperienze tutte biennali in Cagliari, Bari e Fiorentina, quest'ultima contraddistinta dalla vittoria di una Coppa Italia. Ancora in massima serie con il Venezia, poi va al Genoa nel campionato cadetto, quindi nuovamente al Como. Conclude con il professionismo in Svizzera, prima al Lugano e poi al Chiasso.

Intervista esclusiva della nostra Redazione a Mauro Bressan. L'ex calciatore, nativo di Valdobbiadene, un comune in Provincia di Treviso, ha espresso il proprio parere su vari temi che riguardano il calcio italiano, con un focus sui club della Serie A, appena conclusa, in cui ha vissuto da calciatore, tra cui la Fiorentina. Non sono mancate osservazioni interessanti sull'esito dell'ultima giornata del massimo campionato che ha sancito tutti i verdetti, dall'assegnazione dello scudetto alla squadre qualificate nelle coppe europee, fino a quelle che, loro malgrado, sono retrocesse in Serie B. Inoltre, si è pronunciato anche sulle finaliste dei Playoff dell'attuale Serie B, lo Spezia e la Cremonese, nonché sull'esito dei Playoff di Serie C.
Mauro, grazie per aver accettato l'invito della nostra Redazione.
Napoli campione d'Italia e quarto scudetto vinto con Antonio Conte, il quale entra di diritto nella storia del club partenopeo. Cosa insegna questa vittoria e quale significato assume per il club del patron Aurelio De Laurentiis, oltre che per tutto il calcio italiano?
Ci sarebbero tante cose da dire. La prima è fare i complimenti a tutti, perché è stato un successo incredibile di tutta la società, non soltanto della squadra; poi, questo campionato ha dimostrato che non vince sempre chi spende di più per allestire una rosa competitiva, perché è da tenere in considerazione che il Napoli ha un monte ingaggi piuttosto importante, ma resta ben al di sotto rispetto ad altre società che ambivano al traguardo dello scudetto, in particolare l'Inter e la Juventus; anche De Laurentiis ha fatto investimenti importanti, acquistando dei calciatori consoni alle esigenze di Conte, ma è anche vero che ha ceduto un campione del calibro di Kvaratskhelia.
Nonostante la grande assenza del georgiano avvenuta a metà gennaio scorso, Conte è riuscito ugualmente a rendere tutti al massimo e mantenere sempre degli equilibri non soltanto di natura tattica, anche quando ci sono stati momenti difficili nell'arco della stagione. C'è anche da tenere conto che una squadra che non disputa gare valevoli per le coppe europee, alla fine, dei vantaggi sulla tenuta fisica e mentale li ottiene, specialmente per una rosa che, anche se soltanto sulla carta, non era indicata tra quelle favorite per vincere il campionato.
Dedicarsi esclusivamente alla preparazione settimanale per un solo obiettivo è molto più agevole che dover pensare anche agli impegni extra, di questo ne sono fermamente convinto; quest'ultimo aspetto, però, non toglie valore a questo bellissimo risultato, oltre che ampiamente meritato, perché il Napoli ha vinto, soprattutto, grazie a un grandissimo allenatore, il quale è stato pressoché perfetto nel compiere un autentico capolavoro. Vincere un campionato, poi, non è mai facile per chiunque, perché alla lunga bisogna dimostrare qualità speciali che questa squadra ha dimostrato di possedere. Ripeto, bisogna soltanto lodare il Napoli e complimentarsi in tutta sincerità.
In linee generali, e vale per tutte le squadre, ci sarà bisogno di riflettere sul fatto che i calciatori siano chiamati a giocare davvero tante partite. Si sta esagerando abbastanza e ne va dello spettacolo. Questo è l'aspetto fondamentale da tenere in seria considerazione, se si vuole proteggere il calcio in futuro.
Nell'ultima giornata di campionato contro il Cagliari sono andati a segno due acquisti compiuti nel 2024. Proprio Scott McTominay e Romelu Lukaku sono gli uomini simbolo del Napoli neo campione d'Italia oppure ci sarebbero altri nomi al loro pari livello?
Questo scudetto rappresenta il successo del club, perché ciascuno ha fatto la propria parte. Si vince e si perde insieme, quindi il risultato è dell'intera squadra. Ogni singolo si è spinto oltre e ha alzato il proprio livello. C'è stata una formazione di riferimento composta da quei titolari considerati inamovibili, com'era inevitabile che fosse, ma anche quelli che provenivano dalla panchina o che hanno giocato meno sono stati determinanti, nell'economia del campionato, per portare a casa questo traguardo incredibile. Conte è stato un maestro anche sulla gestione del minutaggio, perché è riuscito a dosare tutti in relazione alle possibilità del momento. Se tra dieci anni qualcuno mi dovesse chiedere quali sono stati i nomi più significativi dello scudetto del 2025, mi verrebbe subito da dire quelli di Conte e McTominay.
Su Conte già mi sono espresso e non c'è da aggiungere altro alle tante cose importanti che ha fatto, mentre McTominay è diventato il volto rappresentativo di questa squadra. Ha disputato un campionato devastante e, ogni qual volta è stato in campo, sembrava che il Napoli partisse davvero con un gol di vantaggio. Non capisco come il Manchester United abbia potuto cederlo, nonostante avesse fatto veramente bene, ma queste sono le stranezze del calcio. Era già noto per quanto fosse forte, però quest'anno è stato un fenomeno, come si dice in gergo. Ha lottato come un leone, ha realizzato dodici goal, un numero impressionante per un centrocampista, ed è stato un pericolo costante per tutte le difese avversarie. Credo che nessun tifoso napoletano potrà mai dimenticarlo, è impossibile.
Nemmeno il tempo di festeggiare e godersi lo scudetto per Antonio Conte, che sembra essere destinato a diventare ben presto un ex del Napoli. Sarebbe già in lizza il nome di Massimiliano Allegri per la prossima panchina del club partenopeo. Cosa ne pensa dell'allenatore livornese e quali pro e contro potrebbero esserci nel gestire questa eredità, laddove arrivasse?
Se proprio dovesse andar via Conte e arrivare Allegri, sarebbe un'altra sfida suggestiva per questo Napoli. Naturalmente, quando un allenatore vince trionfando come ha fatto Conte, c'è il peso di un'eredità grandissima che non tutti hanno la forza di gestire. Non è un caso, però, che accanto al nome di un grande allenatore ci sia quello di un altro che lo è altrettanto. Allegri ha un lunghissimo trascorso in Italia, è uno dei pochi che potrebbe reggere dal punto di vista mentale in una piazza molto esigente, qual è Napoli; anche lui ha dimostrato di saper tirare fuori il meglio dai propri ragazzi, sia ai tempi del Milan che della Juventus, ma si troverebbe un gruppo dinanzi al quale dovrà far sentire quella stessa fame di vincere che Conte è riuscito a imprimere dal primo giorno di ritiro, il che non sarebbe affatto scontato.
Nell'eventualità arrivi il nuovo allenatore, ci sarebbe un importante cambiamento della rosa, perché è molto difficile pensare che tutti vengano confermati o che non ci sia qualche volto nuovo. Sono tanti i fattori in gioco, dipenderà anche da quanto la società sia disposta a investire ulteriormente per rendere la squadra ancora più competitiva, considerando che ci sarà da affrontare anche la Champions League.
Proprio in virtù delle sfide europee, Allegri è uno di quei profili che ha anche un'esperienza importante in ambito internazionale, per cui sarebbe in grado di gestire certe situazioni tenendo conto degli impegni su più fronti. Se proprio Conte dovesse andare via, credo che Allegri sarebbe il profilo di allenatore più confacente per questo Napoli.
"Non abbiamo meritato lo scudetto" e "Sono state sprecate grandi occasioni". Queste sono state le rispettive dichiarazioni di Stefan De Vrij e Carlos Augusto, al termine della gara contro il Como. La verità sulla stagione in campionato dell'Inter è tutta sintetizzata in queste parole?
Sì, direi che queste sono le parole giuste che sintetizzano il percorso dell'Inter in campionato. È vero che ha sprecato delle occasioni importanti per vincere lo scudetto, ma è giusto mettere in primo piano i meriti del Napoli che ha creduto fino in fondo a questo obiettivo. A mio parere, l'Inter è quella con il potenziale più forte, ma la Champions League di quest'anno ha tolto davvero tante energie. Ci sono state quelle quattro/cinque partite durante la stagione in cui la squadra ha dimostrato una precarietà fisica notevole ed è lì che ha pagato in maniera determinate con brutti risultati; poi, è stata molto brava a recuperare sul profilo mentale, perché poteva rischiare di buttare via tutti gli sforzi anche in Europa.
In certe situazioni, l'apporto mentale e atletico non è stato affatto dei migliori, sebbene la squadra giocasse un ottimo calcio; mi sento di giustificare il rendimento che ha avuto in determinati periodi, in quanto questa squadra ha disputato un numero di partite impressionante e anche a grandi livelli. Quindi, sono grandissimi i meriti del Napoli per aver vinto lo scudetto e nessuno potrà mai negarli, anche se all'Inter resta il rammarico per questo campionato.
Dopo aver lasciato la Coppa Italia in semifinale e archiviato il campionato al secondo posto, l'Inter è pronta a disputare contro il Paris Saint-Germain la gara più importante della sua stagione. Quale finale c'è da aspettarsi dalla squadra di Simone Inzaghi e cosa ne pensa della compagine allenata da Luis Enrique?
Indipendente da come andrà questa partita e per quel che si è visto finora, l'Inter ha disputato una stagione più che positiva, perché è rimasta sempre sul pezzo per affrontare a viso aperto tutte le avversarie. Questa finale testimonia la grande forza che questa squadra ha avuto per arrivare fino in fondo, perché ha affrontato ed eliminato avversari come Bayern Monaco e Barcellona che erano tra quelli favoriti. Naturalmente, qualora l'Inter dovesse vincere la Champions League, la dimensione di questi sforzi diventerebbe gigantesca, ma, pensando all'avversario, mi viene da dire che il Paris Saint-Germain di quest'anno è davvero fortissimo e complessivamente lo è più dell'Inter.
Con Luis Enrique si è sviluppata una qualità di gioco che negli ultimi mesi è venuta fuori ad altissimi livelli, oltre che essere emersa una squadra con un temperamento molto solido. Fa veramente male quando attacca, specialmente con la presenza di Barcola e Kvaratskhelia sugli esterni, oltre quella di Doué che, pur giovanissimo, è già un talento; ci sono alcuni che sono una garanzia, come Dembelè in avanti, Vitinha e Fabián Ruiz a centrocampo; lo stesso si può dire del reparto difensivo, tra cui proprio l'ex Hakimi.
Ce ne sarebbero altri da elencare, perché questa è una squadra che di giocatori scarsi proprio non ne ha. Ripeto, resta una gara difficilissima e l'avversario è tra i più scorbutici, ma l'Inter resta l'Inter, quindi mi aspetto di vedere una partita di grande orgoglio da parte dei nerazzurri.
Fiorentina qualificata alla prossima edizione della Conference League, dopo l'ultima giornata al fotofinish. Tutto merito della squadra allenata da Raffaele Palladino oppure ce n'è anche un po' del Lecce, se si considerano i risultati dell'ultima giornata di campionato? Inoltre, cosa ne pensa dell'intera stagione e quale voto attribuirebbe al club viola?
La Fiorentina ha fatto il proprio dovere fino in fondo e ha dato tutto quello che poteva, ma deve ringraziare anche il Lecce, naturalmente. La qualificazione è stata raggiunta esclusivamente con le proprie forze, nessuno può negarlo, ma sarebbe bastato anche soltanto un pareggio della Lazio per vanificare la qualificazione in Conference League. Arrivare a disputare una competizione europea era importantissimo, per cui si tratta di un obiettivo piuttosto prezioso che è stato raggiunto.
Per quello che si è visto nell'ultima giornata e per le combinazioni che sarebbero dovute venire fuori, bisogna riconoscere che il Lecce sia stato di grandissimo aiuto. Non mi sarei aspettato di vedere una sconfitta della Lazio in casa, sinceramente, anche per quello che aveva fatto vedere contro l'Inter. Ci vuole anche un po' di fortuna, inutile nasconderlo, però la Fiorentina ci ha creduto fino all'ultimo secondo e può ritenersi davvero soddisfatta per questo traguardo meritato.
È stata una stagione intensa e altalenante. C'è stato un inizio piuttosto in sordina, poi è arrivata quella sequenza di nove vittorie consecutive in campionato che ha estasiato e anche un po' illuso, di nuovo un calo e l'alternarsi di momenti entusiasmanti con altri più scialbi. La squadra che si è vista quest'anno, secondo me, resta più forte di quella della passata stagione; c'è stato il cambio dell'allenatore che non è stato da poco, perché per Palladino è stata un'esperienza molto impattante dalla quale avrà imparato tantissimo.
Proveniva da una buona stagione al Monza, ma sapeva che alla Fiorentina la pressione sarebbe stata ben maggiore, però ha imparato a crescere piuttosto in fretta e sono sicuro che ne farà tesoro in vista del prossimo anno. Non è stata una stagione facile per lui e ha vissuto dei momenti anche piuttosto delicati, ma direi che si sia comportato piuttosto bene. La società ha iniziato un progetto con lui, ci sono stati dei buoni risultati e tutti sono consapevoli che si potrà soltanto migliorare, per cui è giusto continuare a dargli fiducia e proseguire insieme.
Un voto alla Fiorentina? Darei un bel sette a tutti.
Escludendo il Napoli come squadra vincitrice dello scudetto e il Monza come fanalino di coda, qual è stata la rivelazione e quale la grande delusione di quest'ultima Serie A?
Ci sono state diverse squadre che mi hanno sorpreso in maniera positiva, ma devo dire che mi sono appassionato nel vedere le partite del Bologna e, soprattutto, quelle del Como. Mi hanno fatto divertire, per cui dico che queste due squadre sono state le note più belle di questo campionato, per quanto mi riguarda.
Dal Bologna non mi sarei aspettato di vedere una stagione del genere, specialmente se si pensa ai risultati ottenuti con Thiago Motta, ma devo dire che Vincenzo Italiano è stato strepitoso, perché non era affatto facile confermarsi come ha fatto lui; anzi, devo dire che per certi versi ha superato il suo predecessore, se si pensa che ha dovuto affrontare un'esperienza inedita in Champions League e portato a vincere una bellissima Coppa Italia che è valsa la qualificazione in Europa League.
Tra l'altro, fino a poche settimane fa era al quarto posto, poi c'è stato questo rallentamento nel finale che non toglie valore a una squadra che ha disputato una stagione memorabile. Credo che in pochi se l'aspettassero, forse nessuno, quindi il merito più grande va riconosciuto a questo allenatore che ha dimostrato grandi doti. Potrà dare ancora tanto, considerando che al primo anno è riuscito a ottenere questo rendimento incredibile. Credo che il Bologna potrà ripetersi sulla falsa riga di questa stagione anche per la prossima.
Il Como ha sfoggiato dei calciatori superlativi, tra quelli cosiddetti semisconosciuti e giovani con grandi qualità tecniche. Dopo tante critiche, direi anche ingiuste, Fàbregas è venuto fuori alla grande specialmente nel girone di ritorno, a tal punto da chiudere il campionato nella parte sinistra della classifica. La sua esperienza ha dimostrato quanto sia necessario avere pazienza e lasciare maturare con i tempi giusti per vedere dei buoni risultati alla lunga, per cui sono molto contento che la società abbia scelto di puntare su di lui fino alla fine. Si è avvalso anche di uno staff importante e una dirigenza all'altezza, per cui un grande riconoscimento va dato anche a tutti coloro i quali hanno lavorato dietro le quinte di Fàbregas.
È stato un vero piacere vedere giocare questa squadra, perché non ha mai avuto timori reverenziali, specialmente quando è andata in stadi importanti o ha affrontato squadre di blasone. L'obiettivo è sempre stato di andare in campo per giocarsi la partita, a costo di rischiare di tornare a casa senza punti, ma il bello di questa squadra è stato il coraggio che ha dimostrato di possedere contro tutte, per cui tanto di cappello a questo Como.
La squadra più deludente? Il Milan, senza pensarci troppo, soprattutto se si considera cosa rappresenti questo club in Italia e anche nel resto del mondo. Si era partiti con grandi aspettative con l'arrivo di Fonseca, specialmente dopo le prime uscite estive contro squadre europee importanti, pur trattandosi di amichevoli; fa strano che non sia riuscita a emergere, perché ritengo che ci siano dei calciatori di un certo talento, anche se per creare una squadra competitiva occorre tanto altro.
Poi, è arrivato Sérgio Conceição che ha regalato un sussulto con la Supercoppa italiana, ma man mano è venuta fuori una scia di prestazioni insulse e risultati negativi che ha allontanato la squadra dalle posizioni che contano del campionato. Non è stato soltanto un demerito dei calciatori, perché mi sarei aspettato di vedere di più anche dalla dirigenza di questa società che non ha dimostrato unità di intenti. Per questo Milan occorre effettuare un vero e proprio switch off, perché in queste condizioni sarà molto dura tornare ad alti livelli.
"Il Como ha un progetto molto bello e importante da portare avanti per anni, lo farà anche senza di me. Si è visto in campo che siamo lontani dall'Inter". Parole pronunciate da Cesc Fàbregas, dopo aver sfidato la squadra di Simone Inzaghi. Sono parole che sanno di addio?
Mi auguro che Fàbregas resti al Como, sinceramente, perché ha costruito qualcosa di veramente bello e ha profuso tante energie per portare questa squadra a certi livelli. È stato fatto un lavoro incredibile e, come ho già ribadito, il Como è stata tra le squadre che hanno giocato meglio e divertito di più. Andarsene potrebbe essere un danno sia per la squadra che per lo stesso Fàbregas, perché c'è bisogno di persone giuste per dare continuità a questo grande progetto del Como. Si può soltanto diventare più forti, pensando all'inserimento di due o tre volti nuovi che possano dare ulteriore spinta a una squadra già ben strutturata. Spero siano soltanto le solite voci di mercato, per cui aspetto di vedere Fàbregas come allenatore del Como anche per la prossima stagione.
Per quanto riguarda il futuro, se penso a quanto visto in questa stagione appena conclusa, non mi stupirei se il Como diventasse come il Bologna di questi ultimi due anni. Il decimo posto ottenuto deve essere un riferimento da cui ripartire per andare ancora più in alto, quindi da sprone per migliorarsi ulteriormente. Sono fiducioso, perché la società ha dato prova di voler fare le cose in grande e sono sicuro che riuscirà a stupire. Parlare di Europa è ancora troppo presto, ma con queste ambizioni il Como potrà regalare grandi soddisfazioni ai propri tifosi tra non molto tempo.
Debutto da titolare suggellato da una doppietta per il giovane Lorenzo Venturino, uno dei volti del Genoa del futuro. A tal proposito, cosa si aspetta da Patrick Vieira in vista del prossimo campionato?
Vieira è arrivato al Genoa in punta di piedi e con una situazione delicatissima. Ha fatto un qualcosa di straordinario e non era affatto facile. Sono molto contento che sia riuscito a venire fuori alla grande. Mi aspetto al più presto che venga confermato anche per la prossima stagione, perché ha portato questa squadra a salvarsi con cinque giornate di anticipo e con dei validissimi ragazzi,. grazie ai quali è riuscito a esprimere un gioco essenziale e proficuo.
È un allenatore amante delle sfide e dei giovani promettenti, tant'è che ha schierato dal primo minuto questo bravissimo Venturino che avevo già visto tempo fa con le giovanili del Genoa, in una gara disputata a Napoli. Si parla benissimo già da tempo di lui ieri e contro il Bologna ha dato dimostrazione del talento puro che ha, facendo delle giocate incredibili, oltre che due goal. È un ragazzo che ha già grande personalità, nonostante abbia quasi 19 anni. Il Genoa deve tenerselo stretto, perché ha un grande futuro davanti a sé.
Stavolta, Vieira potrà cominciare la stagione dall'inizio e con questo anno di esperienza in più. Per il resto, il Genoa è una di quelle società che può soltanto migliorare quanto fatto di buono, per cui spero che potrà raggiungere degli obiettivi molto più prestigiosi di una permanenza tranquilla.
"Se si vuole alzare l'asticella, si deve investire dove si può, però non si può dire che il Cagliari valga oltre la salvezza". Sono alcune delle dichiarazioni di Davide Nicola nel post gara contro il Napoli. Qual è il pensiero di Mauro Bressan sul campionato appena concluso dal club sardo, oltre che sulle parole dell'attuale allenatore rossoblù?
Nicola è un allenatore che dice le cose in faccia e lo fa sempre con chiarezza. Anche in questo caso, penso che lui abbia pienamente ragione. La dimensione del Cagliari è quella di una squadra che deve pensare di restare in Serie A il più a lungo possibile; per quanto visto negli ultimi due anni, direi che non deve assolutamente allontanarsi da questo obiettivo che resta di primaria importanza. Bisogna essere sempre realistici, per cui se Nicola ha detto queste cose significa che ha compreso quanto sia difficile ripetersi in queste condizioni. Lui ha fatto un lavoro straordinario e ha portato il Cagliari a salvarsi alla penultima, ma sarebbe bello pensare di vedere questa squadra già salva con cinque o sei giornate d'anticipo, quindi di non dover soffrire fino a ridosso del campionato.
Anche Cagliari è una piazza prestigiosa che ho avuto la fortuna di vivere; so quanto i tifosi siano legati a questa squadra e anche loro meriterebbero delle soddisfazioni che provengano da altri traguardi. Spero che Nicola resti e che la società abbia gli stessi suoi intenti.
Il Venezia ha salutato la Serie A nella bagarre dell'ultima giornata di campionato. Per Eusebio Di Francesco, sono più i rimpianti o i demeriti per l'obiettivo della permanenza non raggiunto?
Di Francesco mi piace come allenatore e, sinceramente, credo che meriti davvero un po' più di fortuna. Direi che sia con il Venezia quest'anno che con il Frosinone in quello trascorso non avrebbe meritato un epilogo così amaro. Anche stavolta ha fatto il massimo, se si considera la rosa a sua disposizione. Non bisogna dimenticarsi che sul fronte offensivo il Venezia ha fatto sempre tanta fatica a realizzare goal, poi la condizione si è deteriorata di molto con la partenza di Pohjanpalo a metà stagione, quindi ha continuato il campionato con ulteriori difficoltà.
Malgrado questa condizione generale molto precaria, è riuscito a rigenerare una squadra che sembrava segnata inesorabilmente già da alcuni mesi, invece ha avuto una forza incredibile cominciando a organizzare sia la difesa che il centrocampo, inventandosi delle soluzioni in avanti nonostante mancasse una punta di riferimento.
Il grande rammarico è che si è visto un bel Venezia nell'ultima parte di campionato, tant'è che nell'ultima in casa contro la Juventus il pubblico ha applaudito nonostante questa brutta retrocessione. È stato un grandissimo segno di maturità da parte di questa tifoseria, tra le più belle che ci siano, perché ha visto che la squadra ha tirato fuori l'anima per cercare di scrivere un finale diverso che avrebbe avuto soltanto del miracoloso. Naturalmente, il Venezia non è retrocesso ieri, perché anche se avesse vinto, con i risultati dagli altri campi, non ci sarebbe stata ugualmente speranza. Il suo destino è stato segnato definitivamente con la gara di Cagliari.
Bisogna pensare di programmare subito la prossima stagione, perché il Venezia ha alle spalle una società che è pronta a ritornare in Serie A. Se venisse confermato Di Francesco, credo che potrebbe avere un'occasione importante per riscattarsi e, perché no, tentare di vincere il campionato proprio con il Venezia.
Spezia e Cremonese si contenderanno la Serie A. Quale delle due resta la favorita?
La favorita resta la Cremonese, secondo me. Ho guardato diverse partite di questa squadra, specialmente le ultime nei Playoff, e devo dire che mi ha impressionato. Stroppa è un allenatore bravo e preparato, ha esperienza e sta cercando di riscattarsi personalmente. Sa che ha una grande occasione per poterlo fare, perché ha un gruppo che lo sostiene e che vuole raggiungere lo stesso obiettivo. Naturalmente, si tratta di una doppia finale ed è inevitabile che sarà durissima, anche perché lo Spezia è un avversario davvero arcigno e ha dei ragazzi di talento. Può accadere di tutto, però mi piace pensare che possa essere la Cremonese a riuscire ad andare in Serie A.
Per la Serie C, quale tra Audace Cerignola, Pescara, Ternana e Vicenza resta la favorita per la promozione nel campionato cadetto?
Il Pescara sta facendo faville in questa fase dei Playoff. Nonostante un campionato pieno di ostacoli, sta riuscendo ad avere una condizione psicofisica che ricorda quella della prima parte di stagione. Evidentemente, Baldini avrà dato un grande scossone all'intero spogliatoio, facendo capire a tutta la squadra l'importanza di questo finale di campionato. Da quanto ho potuto osservare finora, il Pescara mi sembra quella più in forma delle quattro. Mancano ancora le partite più difficili, per cui occorre restare sempre concentratissimi.
Sono stato un po' sorpreso dal pareggio interno del Vicenza nella gara di andata delle semifinali, perché anche questa è una squadra che ha dei giocatori veramente importanti. A Terni sarà una battaglia e resta una gara aperta a ogni risultato, ma credo che il Vicenza abbia una chance in più di andare avanti.
Vedrei, quindi, una finale tra Pescara e Vicenza, ma con la squadra di Baldini favorita per vincere questi Playoff.
Mauro, è stato gentilissimo. La ringraziamo per questa intervista e ci auguriamo di poterLa risentire, prossimamente.
Il piacere è stato tutto mio. Grazie a Voi.