Intervista esclusiva a Xavier Jacobelli: “Juric e Gasp avranno bisogno di protezione all’inizio. Mi aspettavo il no di Ranieri alla Nazionale. Su Juve, Toro e Fiorentina…”

Con estremo piacere siamo tornati ad intervistare Xavier Jacobelli, un maestro di giornalismo. Ci ha detto la sua su tutti i temi calcistici principali di questi giorni: la Nazionale, la Roma di Gasperini, l'Atalanta di Juric, la Fiorentina del dopo Palladino, la Juventus di Tudor ed ha commentato le ultime vicende che riguardano il Torino.

Xavier Jacobelli

Nelle ultime ore abbiamo raggiunto, in esclusiva, Xavier Jacobelli, uno dei giornalisti sportivi più preparati e con maggiore esperienza di tutta Italia. La sua lunghissima e brillantissima carriera lo ha visto a 38 anni diventare il più giovane direttore di un quotidiano nazionale.

Con lui abbiamo parlato dei temi maggiormente in voga in questo momento nel mondo del calcio, a cominciare da quelli che riguardano la nostra Nazionale. E poi Torino, Juventus, Fiorentina, Roma, Atalanta ed altro ancora.

Salve Xavier Jacobelli, partiamo dalla Nazionale. Si trova d’accordo con la scelta di esonerare Spalletti e si aspettava il no di Claudio Ranieri?

Iniziamo col dire che il desiderio e la passione che Spalletti ha messo nel suo lavoro per la Nazionale è stato purtroppo inversamente proporzionale ai risultati ottenuti. Ma l’ex tecnico del Napoli è rimasto fedele nelle difficoltà ed ha dimostrato tanta dignità, specie quando, unico caso in 115 anni di storia della Nazionale, è rimasto ad allenare ed ha diretto la squadra dalla panchina da mister già esonerato.

Da Ranieri mi aspettavo questa decisione per la coerenza e la serietà con cui si è preso l’impegno di aiutare la Roma che, non dimentichiamocelo, al suo terzo avvento ha preso in zona retrocessione e ha portato ad un solo punto dalla Champions League. Ha scelto di fare il consigliere dei Friedkin, con anche la consapevolezza che diventare CT a 70 anni, in una situazione di tale difficoltà, non fosse semplice. La sua scelta ha mostrato, quindi, coerenza e serietà anche verso la Nazionale.

Leggi anche:  Intervista esclusiva a Giancarlo Padovan: "Il Napoli parte davanti a tutti, ma la Juve è una candidata per lo Scudetto. Allegri uomo giusto per il Milan, ma solo se..."

Veniamo al Torino. Come giudica la scelta di non confermare Paolo Vanoli e poi quella di puntare su Marco Baroni?

Vanoli ha fatto il massimo. Non dimentichiamoci che Cairo gli ha venduto Bellanova e Buongiorno e che non è stato mai sostituito Zapata, protagonista in positivo dell’avvio di stagione granata. Insomma, ha perso i tre suoi migliori calciatori pronti e via. Paga la politica di grigia mediocrità della Proprietà dei piemontesi, di cui hanno sofferto anche gli allenatori precedenti. Con Cairo si veleggia a metà classifica, ma la piazza, che io conosco benissimo per motivi professionali, si merita ben altro e sta attuando una contestazione da inizio stagione assolutamente giusta. Ripeto, conosco il loro amore ed il loro ardore per il Toro.

Che dire di Baroni? Tecnico bravo, preparato, che ha fatto bene alla Lazio (che ha lasciato con grandissima signorilità), così come in precedenza. Può dare tanto al Torino, ma il punto è se la società, a differenza di quello che ha fatto con i tecnici precedenti, gli fornirà il giusto aiuto.

Le dimissioni di Palladino hanno spiazzato tutti alla Fiorentina, Commisso in primis che lo aveva confermato. Le chiedo se la motivazione sta nei cattivi rapporti con Pradè e come giudica l’operato del dirigente gigliato, in sella ormai da sei anni a Firenze?

Non posso considerare negativamente il lavoro della Fiorentina, che ha chiuso sesta e che si è guadagnata la quarta qualificazione europea consecutiva, in una competizione che l’ha vista già due volte finalista. Per ogni club contano tanto le partecipazioni a manifestazioni internazionali, anche minori, perché ti danno in termini di esperienza e di ranking Uefa. Ovvio che andare in Champions o in Europa League sarebbe meglio, ma il percorso gigliato resta positivo.

Sul motivo delle dimissioni, Palladino e Commisso ci diranno, se vorranno, come è andata veramente, considerando che la sera prima il presidente aveva definito Palladino come un figlio per lui.

Leggi anche:  Intervista esclusiva a Giancarlo Padovan: "Il Napoli parte davanti a tutti, ma la Juve è una candidata per lo Scudetto. Allegri uomo giusto per il Milan, ma solo se..."

Con Pioli, comunque, si potrà ripartire alla grande: conosce bene ambiente, tifoseria e città, ha gestito in maniera incredibile, positivamente parlando, la tragedia di Astori. E al Milan ha lavorato benissimo fino all’ultimo, basta guardare cosa hanno fatto i rossoneri, poi, senza di lui.

È arrivata la conferma definitiva di Tudor come allenatore della Juventus del prossimo anno: scelta decisa, oppure dovuta anche alla scarsità di nomi di prestigio come alternativa al croato?

Innanzitutto, va detto che lui ha tagliato il traguardo Champions e si è guadagnato sul campo la riconferma con merito. La Juventus ha mantenuto fede alla parola data, quando ha spiegato che Tudor sarebbe rimasto ad allenare la squadra al Mondiale per Club se avesse raggiunto la Champions in Campionato. Ed ora è arrivata la riconferma anche per la prossima stagione.

Il punto sarà che mercato farà la Juve dopo il Mondiale per Club. In particolare, se Vlahovic sarà confermato o ceduto, considerando che dal 1° luglio diventerà il giocatore più pagato della rosa. Intanto, bene la riconferma di Kolo Muani per il Mondiale per Club, ma credo che possa anche essere riscattato dal PSG. Tra i punti fermi del futuro deve esserci assolutamente Kalulu, già riscattato e che si è dimostrato sicuramente il più azzeccato degli acquisti recenti.

La piazza di Bergamo è rimasta sorpresa, per usare un eufemismo, della scelta di Juric per il dopo Gasperini. Tatticamente tale decisione non fa una piega, ma la stagione fallimentare dell’allenatore croato, prima a Roma e poi in Premier League, preoccupa i tifosi dell’Atalanta. Lei come giudica tale operazione?

Io credo che tutti gli allenatori abbiano delle stagioni negative. Lui ha fatto benissimo al Verona, che per poco non porta in Europa, e al Torino, nonostante appunto i mercati insufficienti granata. Quest’anno ha vissuto due mesi negativi catapultato a Roma e poi molto male anche con il Southampton, ma si trattava di una squadra già in crisi profonda.

Leggi anche:  Intervista esclusiva a Giancarlo Padovan: "Il Napoli parte davanti a tutti, ma la Juve è una candidata per lo Scudetto. Allegri uomo giusto per il Milan, ma solo se..."

Come ha detto giustamente lei è l’allievo prediletto di Gasperini, e da come sapranno difenderlo e consolidarlo capiremo, ancora una volta, la forza della società Atalanta. Non dimentichiamoci che la seconda gestione Percassi ha visto la squadra partire dalla Serie B, per poi raggiungere i risultati fantastici che tutti conosciamo. Hanno avuto il coraggio di ripartire da Gasperini, che veniva da esoneri al Genoa, all’Inter e al Palermo. L’Atalanta chiuderà il suo 10’ esercizio consecutivo in utile, vissuto con grandissime stagioni e risultati fantastici.

Ricordiamoci che Gasperini cominciò con 4 sconfitte nelle prime 5 partite e Percassi venne nello spogliatoio, alla vigilia della partita successiva col Napoli, a dire alla squadra che, se si vinceva o si perdeva, lui sarebbe rimasto comunque l’allenatore dell’Atalanta. Ora la società dovrà essere altrettanto forte con Juric, che è consapevole di avere un’enorme opportunità professionale e che la sua squadra ha già fatto due grandi acquisti: Scamacca e Scalvini. Stiamo parlando di due nazionali.

Chiosa, Xavier Jacobelli, proprio su Gasperini: può aprire a Roma lo stesso ciclo vincente avuto con l’Atalanta? E, soprattutto, i tifosi giallorossi avranno la stessa pazienza di quelli nerazzurri all’inizio del percorso (come ha anticipato lei, l’inizio della sua avventura alla Dea fu tutt’altro che semplice)?

Il calcio di Gasperini, i suoi nove anni a Bergamo lo dimostrano, ha bisogno di tempo. Subito in precampionato ed in avvio di stagione avrà la fortuna di poter usufruire dell’ombrello protettivo di Claudio Ranieri, che lo ha voluto a Roma e che sarà il suo garante.

Il pubblico di Roma è severo, ma si fida di Ranieri, che ha anche detto no alla Nazionale. E poi i tifosi giallorossi sanno anche dare tantissimo, grazie ad un Olimpico sempre esaurito per stare vicino alla squadra. Come per Juric, ripeto, sarà importante la protezione della società.