Lazio, Tudor si presenta: "Non sono un sergente di ferro. Con questo organico si può fare bene, non vedo l'ora che..."

Oggi pomeriggio al Centro Sportivo di Formello, c'è stata la presentazione del nuovo tecnico della Lazio, Igor Tudor, che si insediato sulla panchina biancoceleste ufficialmente questa settimana, al posto del dimissionario Maurizio Sarri. Debutto contro la Juventus sabato 30 allo stadio Olimpico.

Oggi pomeriggio al Centro Sportivo di Formello, c'è stata la presentazione del nuovo tecnico della Lazio, Igor Tudor, che si insediato sulla panchina biancoceleste ufficialmente questa settimana, al posto del dimissionario Maurizio Sarri.

Per il tecnico croato ci sarà subito un battesimo d fuoco visto che la sua squadra sarà opposta alla Juventus, prima in campionato allo stadio "Olimpico" (sabato 30, ore 18) e poi In Coppa Italia all'"Allianz Stadium" di Torino (martedì 2, ore 21), per finire la settima di fuoco nel derby contro la Roma (sabato 6, ore 18). Di seguito vi proponiamo le dichiarazioni del nuovo allenatore biancoceleste.

Igor Tudor, le sue dichiarazioni

PRIME IMPRESSIONI: "La Lazio mi ha lasciato una buonissima impressione, ci sono bravi ragazzi disposti a lavorare. C'è una cultura del lavoro che ha creato Sarri, e quindi a lui vanno fatti i complimenti. I ragazzi sanno che si può e si deve fare meglio, ma è un buon inizio. Io devo essere intelligente, devo mantenere le cose che mi piacciono e inserire a poco a poco le novità. Ho scelto la Lazio perchè è una squadra importante, ci sono pochi allenatori al mondo che non accetterebbero la Lazio. Qui la figura dell'allenatore è importante, visto da fuori qui c'è un progetto: c'è l'appoggio del club, ci sono le strutture, c'èuna buona squadra. La tattica? Devo valutare ancora alcune situazione. Ci sono giocatori che possono fare due moduli, ce ne sono altri che possono farne uno. Ci sono ancora due mesi, ci sono diverse partite di campionato e c'è la coppa: il risultato è quello che conta".

SQUADRA: "C'è uno stile di gioco e c'è un modulo di gioco. Non vorrei parlare dei singoli, io sono molto attento e scelgo sempre quello che vedo in allenamento. C'è una scritta nella palestra che mi rapprensenta: non è la voglia di vincere, ma la voglia di prepararsi che fa la differenza. Non sono un sergente di ferro, è una brutta descrizione. Poi, come diceva il presidente, ci vuole carota e bastone. Ma qui i ragazzi sono disponibili, hanno voglia di fare. Allenare in Italia è più facile perché c'è grande cultura del lavoro tra i giocatori. Sono un allenatore esigente negli allenamenti, i calciatori possono chiedermi tutto tranne i soldi".

PARTENZA DURA: "Programmare a lungo termine non serve a niente. Credo nel presente. Dovremo partire subito forte, e non sarà facile trasmettere tanto in poco tempo. All'inizio abbiamo subito partite difficili, ma a me piace partire così contro la Juventus, poi il derby. Dobbiamo credere nel sacrificio, nel sudore. Poi la differenza la fanno i giocatori, la loro voglia, la loro qualità. Penso che si possa far bene con questo organico. La lunghezza del contratto non mi interessa: se lavoro bene vado avanti, se non lavoro bene posso anche andare a casa domani. Vivo di presente, e vivo di lavoro. Guendouzi? Ho un buon rapporto con lui, vuole giocare sempre e vuole vincere sempre. Sono contento di ritrovarlo, ha un grande bagaglio di esperienza: faremo bene insieme".

IMMOBILE: "Ciro ha fatto la storia alla Lazio, poi succede qualcosina e succede il finimondo. Tutti i laziali hanno un grande amore per Immobile, poi accade una cosetta e la notizia diventa enorme. Lo vedo voglioso, mi è piaciuto il suo atteggiamento a Frosinone quando ha segnato Castellanos".

CENTROCAMPISTI: "I centrali di centrocampo devono avere tutto: intelligenza tattica, inserimento, palleggio, interdizione. Non ho ancora deciso come giocheremo: 3-4-2-1? Magari giocheremo a tre e mezzo".

L'EX SARRI: "Stimo molto Sarri sotto tutti i punti di vista: ha fatto un calcio importante, ha vinto tanto. Colgo l'occasione per mandargli un saluto. Lazio a due punte? Si, potrebbe succedere. L'obiettivo è quello di fare il massimo. Non voglio entrare in questioni tattiche, ne parlo solo con i miei giocatori nello spogliatoio e dentro al campo. Loro hanno una grande cultura del lavoro, la fase difensiva è fatta bene, voglio lasciare qualcosa del calcio di Sarri. Ma non voglio dare ulteriori dettagli perché è una cosa che deve restare dentro allo spogliatoio".

CALCIO ITALIANO: "L'allenatore si adatta sempre ai calciatori che ha. Tu puoi provare a fare le stesse cose, ma non sempre riescono allo stesso modo. Un tecnico deve adattarsi, senza mai rinunciare a mettere la propria parte. A me i numeri non interessano, l'importante è avere a disposizione giocatori forti. in difesa abbiamo un gruppo di giocatori interessanti, importanti: quando hai giocatori bravi, puoi fare tutto. Il calcio italiano all'estero è visto come un calcio molto tattico. Fuori dall'Italia c'è più ritmo, la Premier League è un campionato a parte. Il calcio va verso una maggiore fisicità, maggiore velocità, senza rinunciare alla struttura della squadra. Non è il ritmo a farti giocare bene, ma perché rinunciare al ritmo? Qui il ritmo è un po' più basso, ma la Serie A è un campionato difficile, non è facile fare punti in Italia. Non sono mai uscito dal centro sportivo, vogliamo sfruttare ogni minuto. Non vedo l'ora che inizino le partite".

PASSATO: "Legami con la Lazio? Il mio grande amico Alen Boksic: qui ha fatto la storia del club. Ho parlato con Alen, lui ogni tanto vive a Roma, ci siamo messaggiati. Sarei potuto venire alla Lazio da giocatore, in prestito, ma non so per quale motivo la trattativa a un certo punto si fermò".

TATTICA: Penso che un allenatore non debba rinunciare a niente: bisogna provare a dare tutto a una squadra. Divertimento? A me piace vincere. Quando guardo una partita che non mi piace, dopo dieci minuti cambio canale. Anche il club, vuole veder vincere la squadra. Bisogna mettere sempre un po' di italianismo: se devo fare catenaccio per vincere contro una provinciale, faccio il catenaccio".

LUIS ALBERTO: "L'importante è avere giocatori forti. E Luis Alberto è un giocatore forte. Più giocare come mezz'ala, dietro alla punta. Se vogliamo essere super offensivi, può giocare anche davanti alla difesa. Lo vedo motivato, voglioso. Giocatori a fine ciclo? Non esiste, è un modo di dire che non mi appartiene. Ci sono giocatori che ce la fanno, e giocatori che non ce la fanno. Lazio anziana? Più che l'età, contano le caratteristiche dei calciatori che fanno la differenza".

Le prime parole da allenatore di Igor Tudor a Lazio Style