Intervista esclusiva a Mirko Taccola: "Conte ideale per il nuovo Napoli. L'Inter può aprire un ciclo in Italia. Vi racconto Allegri e Simeone..."
La nostra redazione ha intervistato l'ex difensore di Napoli, Inter e Pisa. All'attuale allenatore della Sammaurese, club di Serie D, abbiamo chiesto un parere sull'annata agli antipodi vissuta dalla squadra di Inzaghi e dagli azzurri. Oltre che qualche aneddoto sui due illustri ex compagni di squadra, ora tecnici di successo.
Vincere lo scudetto nel derby. È questo il mantra dominante da tempo in casa Inter, diventato un tormentone dopo l’eliminazione dalla Champions League. Lunedì 22 aprile al termine del match contro il Milan i nerazzurri potrebbero festeggiare la conquista del 20° scudetto culminando un’annata da dominatori. Per avere un parere qualificato su cosa voglia dire disputare un derby con in palio uno scudetto la nostra redazione ha raggiunto Mirko Taccola, ex difensore dell’Inter negli anni ’90. All’attuale allenatore della Sammaurese, club di Serie D, abbiamo chiesto un parere anche sul percorso di altre sue ex squadre come Napoli e Pisa, oltre che qualche aneddoto su due illustri ex compagni di squadra.
Ciao Mirko, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. A novembre parlasti di Mazzarri come traghettatore per il Napoli e che Spalletti aveva previsto che la gestione del post-scudetto non sarebbe stata facile. Ma si poteva prevedere potesse essere “difficile” fino a questo punto? Secondo te quale sarebbe il profilo giusto per ripartire? Un “giochista” come Italiano o un tecnico di temperamento come Conte che però vorrebbe subito vincere?
Il percorso del Napoli quest’anno è stato catastrofico. Spalletti è stato il primo ad intuire che ripetersi sarebbe stato difficile e ha fatto una scelta intelligente, ma avevo fiducia in Garcia. Purtroppo le cose non sono andate bene anche perché gli allenatori sono stati “tritati” dal vortice che si era creato. L’ambiente si è trascinato per troppo tempo l’entusiasmo per la vittoria del campionato, non si è stati bravi a ripartire ed è successo quel che è successo. Per il futuro se la scelta fosse tra Italiano e Conte non avrei dubbi nel puntare su quest’ultimo, sempre ammesso che dia la disponibilità per ripartire quasi da zero. Voglio però dire che Calzona sta lavorando bene, ha trovato la quadra in poco tempo e potrebbe anche essere un outsider per la prossima stagione.
La tua carriera da calciatore è stata legata all’Inter, dal debutto in A a 18 anni con il Pisa alla breve militanza con i famosi derby disputati. Pensi che l’eliminazione dalla Champions macchi la stagione nel suo complesso o il dominio in campionato è tale da far passare come un episodio la notte di Madrid? In Champions si sarebbe potuta fare strada considerando che lo scudetto è in pugno da tempo…
Il mio pensiero è che a livello europeo il calcio italiano non sia ancora pronto per primeggiare. È vero che l’Inter ha fatto la finale lo scorso anno, ma lo è anche che ci sono diversi campionati più attrezzati del nostro. Non a caso sono quasi sempre le spagnole e le inglesi oltre a qualche tedesca ad arrivare in fondo alle coppe. È un vecchio problema, non dipende dall’Inter o dalle altre squadre che sono state eliminate, ma dalla competitività della Serie A. In Italia la squadra di Inzaghi è andata via con un filo di gas, di fatto non c’è stata storia fin dall’inizio, lo strapotere è stato assoluto e mi sento di dire che la storia potrebbe ripetersi anche il prossimo anno. Ma in Champions serve di più.
Al Pisa sei stato compagno, in due momenti diversi, di Simeone e Allegri. Sei rimasto in contatto con loro? Da tecnico sono fonte di ispirazione come gestione del gruppo o dal punto di vista tattico? Che idee ti sei fatto delle critiche ad Allegri?
Ogni tanto sento il mio amico Marco Landucci, che è il vice di Allegri. Con Max sono rimasto in ottimi rapporti, capita di vederci in partite di beneficienza, mentre Pablo non lo sento da tanto. Stiamo parlando di due allenatori di livello assoluto, che però da calciatori erano due bei “personaggi”, con un carattere molto forte. Ripensandoci, non avrei immaginato che potessero fare una carriera di questo spessore come allenatori. Sono stati molto bravi, ma sono molto diversi a livello gestionale. Allegri ha fatto più gavetta rispetto a Simeone, in comune hanno la capacità di tenere in pugno in gruppo squadra, qualità fondamentale per un allenatore. Poi a livello tattico ognuno ha le proprie idee, Max è spesso nell’occhio del ciclone, ma quello che ha fatto in Italia con i tanti scudetti vinti e pure in Europa con le due finali di Champions raggiunte è sotto gli occhi di tutti.
Come vedi il percorso di due sue ex squadre come Pisa e Ternana in Serie B? I nerazzurri erano indicati tra le possibili rivelazioni della stagione, ma è mancata continuità e Aquilani ha mostrato un po’ di inesperienza. A Terni è iniziato un ciclo nuovo con molti giovani, ma la salvezza è tutta da conquistare.
Seguo sempre le mie ex squadre. A Terni la situazione non è facile, salvarsi non sarà semplice, ma la squadra lotterà sicuramente fino alla fine. Il Pisa ha fatto una scelta precisa puntando su un allenatore emergente e secondo me molto bravo, al quale va dato il tempo di costruirsi in questa categoria. Mi aspettavo un campionato di questo genere, con alti e bassi. Io sono per andare avanti con Aquilani che avrà un anno in più di esperienza in B. Ritengo che se il Pisa darà continuità al progetto l’anno prossimo potrebbe davvero lottare per la promozione in A.
L’ultima domanda te la faccio sulla tua Sammaurese. Il club vanta una lunga militanza in Serie D, ma quest’anno c’è da soffrire per mantenere la categoria. Quali sono le sensazioni per il finale di campionato e cosa pensi della situazione della Pistoiese che rischia di falsare il finale di stagione?
La tematica è delicata, perché qualora la Pistoiese non giocasse più si rischierebbe di compromettere il lavoro di un’intera stagione per tante squadre, compresa la mia. Contro di loro abbiamo fatto quattro punti sofferti che ci verrebbero tolti. Mi auguro davvero che qualcuno si attivi a Pistoia per evitare che questo succeda e anche per evitare la radiazione che sarebbe una macchia per la storia di un club glorioso. Per quanto ci riguarda siamo lottando da inizio stagione e continueremo a farlo fino alla fine. Abbiamo uno dei budget più bassi di tutta la D, ma la società è molto seria e la piazza è molto legata alla squadra. Vogliamo regalare questa salvezza alla gente che se lo merita per il sostegno che non ci è mai mancato. Sono sicuro che i ragazzi daranno tutto fino alla fine e sono fiducioso per il buon esito della stagione.