Parma ko tra errori e stanchezza. La sconfitta non allarma, ma...

La sconfitta interna contro il Catanzaro non ha compromesso la marcia solitarie dei crociati in vetta alla classifica, complici le sconfitte di Cremonese e Venezia. La squadra di Pecchia, però, non è più quella di inizio stagione. E il calendario non aiuta...

Il bunker è stato violato. E a sette km dal traguardo la fuggitiva si ritrova con qualche certezza in meno, anche se non ancora costretta a voltarsi indietro. La metafora ciclistica spiega al meglio la situazione del Parma. La squadra di Pecchia è caduta a Pasquetta contro il Catanzaro, perdendo quell’imbattibilità casalinga che durava da 398 giorni, tanti ne erano trascorsi dal colpo del Pisa al Tardini, 1-0 il 28 febbraio 2023. Di cose in casa crociata ne sono cambiate tante da quel dì, magari più a livello di autostima che di gioco e di organico.

Verso la Serie A con stanchezza

E adesso? Con un turno in meno da giocare la capolista si trova con un solo punto in meno di vantaggio sulla terza. Da nove a otto lunghezze, il gap è (ancora) rassicurante, ma la mentalità di Pecchia è sempre stata quella di guardare in casa propria e tale rimarrà. Del resto se il Parma è lassù è per l’impianto di gioco consolidato che il tecnico ha saputo costruire. In questo senso vanno lette le lodi quasi sperticate pronunciate da Pecchia al termine della partita contro il Catanzaro. Il Parma era reduce dalla brutta prova contro la Feralpisalò. A Piacenza era emersa quella stanchezza che evidentemente la sosta non ha spazzato via. Perché se è vero che Bernabé e compagni hanno corso molto nel primo tempo contro i calabresi è indubbio che lo abbiano fatto spesso a vuoto, facendo il gioco degli avversari cercando di impedire loro quella costruzione dal basso grazie alla quale invece i giallorossi hanno trovato spesso l’uomo libero alle spalle della prima pressione. Tale tattica ha tolto energie anche mentali al Parma, che nel secondo tempo, di fronte ad una squadra chiusa a riccio, ha difettato in fantasia e cambio di passo.

Parma, pregi e difetti di una (quasi) corazzata

Del resto Pecchia ha tramesso alla squadra un solo modo di giocare e a un mese dalla fine del campionato non è pensabile cambiare pelle. Un “modo” che non prevede la presenza di un affidabile centravanti d’area al quale aggrapparsi in partite nelle quali le idee e le forze vengono meno. Nonché fondato sulla ricerca continua degli uno contro uno sulle fasce, se non di iniziative individuali, spesso sterili, per vie centrali. Un “modo” che ha così finito per prosciugare energie e lucidità troppo presto, quando la stagione non è ancora finita. Per questo gli scivoloni di Cremonese e Venezia sono regali preziosissimi e i tanti punti conquistati dal Parma grazie a rimonte “folli” o a guizzi in extremis, tornano adesso utilissimi. Dal Palermo al Venezia, dal Pisa al Brescia, in tanti al Tardini hanno perso punti che magari avrebbero meritato. Punti che per il Parma potrebbero rivelarsi decisivi non per battere record, ma “solo” per essere promossi. Per la A secondo l’aritmetica bastano sempre 14 punti, ma quasi sicuramente ne saranno sufficienti una manciata in meno, perché dietro si affronteranno tra loro e nessuna scoppia davvero di salute.

Parma, i numeri della flessione

Per quanto riguarda gli altri numeri, la flessione del Parma è innegabile. Dal gap di cinque punti conquistati nelle prime 12 giornate dell’andata e del ritorno (29-24) fino alle 10 partite consecutive con almeno un gol subito, contro i cinque clean sheets delle 10 gare precedenti. Passando per le difficoltà crescenti sui calci piazzati a sfavore. Dove i crociati sono stati migliori della concorrenza durante tutto l'anno è stato nell’equilibrio, in campo e fuori. Nella gestione dei pochi passi falsi e nella continuità nel corso delle prime 30 “tappe”. Fatto non scontato per una delle rose più giovani del campionato. Per arrivare alla meta sarà fondamentale mantenere tale equilibrio anche nell’ultimo mese, quello più difficile a livello mentale. La parola gestione non fa parte del vocabolario di Pecchia, ma il calendario sarà impegnativo, con le trasferte di Bari e Palermo e la Cremonese al Tardini. Forse l’alleato ideale per non rilassarsi e andare a legittimare una promozione che, se non un’impresa, sarebbe un capolavoro. Per il modo con il quale questa è stata inseguita.