Max Allegri punta alla rimonta

Allegri punta alla rimontaMassimiliano Allegri punta alla rimonta. Intervistato dal giornale inglese "The Independent",  il tecnico alla guida della Juventus fa sapere il suo obiettivo principale: "E' per questo che sono qui, ed è questo il motivo per il quale ho iniziato a fare questo lavoro ed è questo il motivo per cui vengono pagati gli allenatori". L'inizio della sua Juve è stato uno dei peggiori di sempre, frutto, forse, anche di un cambio di modulo e giocatori ad ogni partita: "Dall'inizio del ritiro, in estate, abbiamo cominciato a lavorare con diversi sistemi e stili di gioco, perché dovevamo fare un passo avanti, dovevamo lasciarci alle spalle quello che avevamo fatto. Sapevamo che era il momento di cambiare. 4-3-3 e 3-5-2 sono solo numeri, quello che conta è la maniera in cui vengono applicati". L'allenatore livornese è ormai alla sua seconda stagione sulla panchina della vecchia signora: "Quando sono arrivato qui sapevo che avevo a disposizione un grande gruppo, con la possibilità di fare un grande stagione. E l'abbiamo fatta".

L'intervista ad Allegri è a 360°, e ovviamente non può mancare un pensiero al passato, fra gli inizi e il Milan, la squadra che l'ha lanciato fra i grandi: "L'esperienza in provincia ha un valore inestimabile, e serve tantissimo. Riesce a darti quella conoscenza  necessaria per diventare poi un allenatore di successo. Tutti sognano di allenare un grande club ma è necessario prima imparare bene il mestiere. Al Milan sono stati anni importanti, ho vinto uno scudetto, e ottenuto un secondo e un terzo posto, ma soprattutto ci siamo sempre qualificati alla Champions League, il che è molto importante. Credo, però, che i problemi che hanno ora i rossoneri siano completamente diversi da quelli che ho affrontato io negli ultimi tempi lì". Il tecnico più difficile da fronteggiare, dice Allegri, è Pep Guardiola: "Durante una partita è capace di cambiare tutto e quindi diventa molto difficile, poi,  prendere le contromisure necessarie". Non mancano gli attestati di stima dei colleghi e, importantissimo, arriva quello del commissario tecnico campione del mondo del 2006, Marcello Lippi, che ha detto di rivedersi in lui per come trasmette ai giocatori l'idea tattica: "E' un complimento molto importante, da un allenatore che ha fatto cose incredibili. Però credo che in questo caso i complimenti vadano poi estesi anche ai giocatori, perché alla fine sono loro che portano le idee sul campo e senza di loro non avremmo raggiunto nulla".