L’Addio di Josè Mourinho, risale alla stagione 2009/2010, un triplete che è ancora oggi negli occhi dei tifosi nerazzurri. Il portoghese volette lasciare una pesante eredità e andare via dal calcio Italiano, perché non sopportava di buon grado i media, che a suo dire praticavano una “Prostituzione Intellettuale“.
L’Inter fece probabilmente lì, il principale errore di gestione, non monetizzando una squadra sazia e trattenendo i vari Sneijder, Milito, Maicon che furono poi letteralmente svenduti negli anni a venire e che all’epoca avrebbe fruttato oltre 100 milioni di €. Il primo successore fu Rafa Benitez, che riuscì a portare l’ultimo trofeo in casa nerazzurra (sfruttando i successi di Mourinho) e vinse la Coppa del Mondo. Ma le sconfitte in finale di Supercoppa Europea con l’Atletico Madrid e in finale di Supercoppa Italiana con il Milan di Ibra, gli costarono care. Fu poi esonerato a stagione in corso, per regalare la panchina a Leonardo, un allenatore/dirigente, che aveva una sola esperienza con il Milan alle spalle. Leo, non fece male, fece giocare la squadra come sapeva ma in una settimana riuscì a perdere il pallino della stagione e ne prese prima 5 dallo Schalke e poi 3 dal Milan, perdendo sia Champions che scudetto.
L’Inter decise di cambiare per la stagione successiva e affidò a Gasperini, durato meno di un bicchier d’acqua ed esonerato ad inizio stagione per far posto a Ranieri. Anche Ranieri, fece un percorso simile a quello di Leonardo, troppo discontinuo per essere riconfermato e fu esonerato a beneficio di uno Stramaccioni che prometteva bene allenando la primavera dell’Inter. Stramaccioni terminò la stagione e prese in carico anche la stagione successiva ma con scarsi risultati. La panchina venne affidata al Mazzari, che aveva ben fatto a Napoli, ma che all’Inter finì quasi odiato dai tifosi per un calcio che non piaceva.
L’Inter tornò indietro nel tempo riaffidandosi a Roberto Mancini, che allenava la squadra nel pre Mourinho ed il resto e storia di oggi con un esonero a 2 settimane dall’inizio del campionato ed una pretesa di un gioco ottimale da un allenatore che non conosce il campionato e che ha accettato troppo frettolosamente un incarico scomodo e oggi ne paga le conseguenze. De Boer lascia l’Inter dopo aver collezionato sette sconfitte in quattordici partite. Il suo destino era ormai segnato, visto che la precedente conferma, maturata dopo il successo sul Torino nel turno infrasettimanale era comunque a tempo determinato e che un nuovo ko, arrivato puntualmente domenica, l’avrebbe rimessa subito in discussione.
Pioli e Leonardo, ora si competeranno il ruolo di prossimo allenatore. Ma la domanda che in tanti si pongono è “Potrà sempre pagare l’allenatore ?“