Saronni sul ciclismo italiano: "Troppo stress, i nostri giovani ciclisti non si divertono"
Giuseppe Saronni ex campione del mondo è tornato a parlare ancora una volta del ciclismo italiano, definendo il suo punto di vista sul movimento attuale. Ecco le considerazioni di uno dei più grandi campioni italiani di ciclismo al riguardo del movimento.
Saronni sul ciclismo italiano non le manda a dire e come sempre esprime le sue considerazioni sul movimento ciclistico. L'ex campione del mondo azzurro ha rilasciato un'intervista al sito specializzato Bikeitalia.it dove ha affrontato diverse tematiche.
Saronni si è così espresso sui giovani ciclisti: "I giovani spesso si allontanano dal ciclismo perché in molti già nelle categorie minori vengono sottoposti a stress non necessari. Il ciclismo è uno sport di fatica e di sacrificio, ma i giovani hanno bisogno soprattutto di divertirsi".
Sull'argomento Beppe Saronni ha poi chiosato: "Dal mio punto di vista non si possono copiare i professionisti quando si allenano i giovani perché organizzarli in modo esasperato li porta ad allontanarsi dal movimento. E se oggi non abbiamo giovani che si appassionano al ciclismo, domani non avremo grandi campioni".
Saronni sul ciclismo italiano. Le considerazioni
Saronni ha inoltre spiegato che non bisogna paragonare i ciclisti del passato con quelli dell'epoca attuale nettamente diversa dal vecchio stampo. Proprio su questa tematica e sull'investimento nello sviluppo della pratica sportiva ha aggiunto: "Investire nello sviluppo della pratica sportiva nei nostri giovani è molto importante. Non solo per creare dei campioni, ma per creare delle generazioni sane che ci costeranno meno in sanità nel futuro e ci daranno delle soddisfazioni in giro per il mondo".
Inoltre, per il team manager gli esempi da seguire sono la Danimarca e la Slovenia. Si tratta di due realtà che hanno sfornato campioni del calibro di Vingegaard e Tadej Pogacar. Su quest'aspetto, Saronni ha ribadito: "I loro paesi di origine hanno saputo coniugare la sicurezza sulle strade con corrette politiche di avvicinamento dei giovani allo sport".
Ora non resta che attendere la prossima stagione ciclistica per vedere se il movimento ciclistico italiano sfornerà nuovi talenti in sella alle due ruote