Intervista esclusiva a Jeda: "Napoli bravo a crederci sempre, ma l'Inter ha sprecato tanto. Bologna la sorpresa più bella, deluso dal Milan. Playout Serie B? Credo che..."

Intervista esclusiva della nostra Redazione a Jedaias Capucho Neves, noto come Jeda. A seguito del Torneo di Viareggio, viene ingaggiato dal Vicenza con cui esordisce da professionista nella Serie A 2000/01. Va al Siena in prestito, ritorna in Veneto, poi contribuisce alla promozione del Palermo in massima serie. Dopo Piacenza, Catania, Crotone e Rimini nel campionato cadetto, trascorre tre anni significativi in Serie A con il Cagliari. A cavallo di due stagioni al Lecce, ce n'è una con il Novara, neopromosso dalla Serie B nel 2011. Attualmente, è leader della FC Zeta Milano, società vincitrice del campionato di Terza Categoria (Milano) 2024/25.

Intervista esclusiva della nostra Redazione a Jeda. L'ex calciatore, di nazionalità brasiliana con cittadinanza italiana dal 2009, ha espresso il proprio parere su vari temi che riguardano il calcio italiano, con un focus sui club dell'attuale Serie A in cui ha vissuto da calciatore: il Cagliari e il Lecce. Non sono mancate osservazioni interessanti sul rush finale del massimo campionato, dalla contesa per lo Scudetto tra Napoli e Inter a quello per l'ultimo posto utile in Champions League, fino alla grande bagarre per la permanenza. Inoltre, si è soffermato anche sulle squadre che si contendono i Playoff del campionato di Serie B e sul Vicenza, il suo primo club da quando è approdato in Italia.

Jeda, grazie per aver accettato l'invito della nostra Redazione.

Per la squadra allenata da Antonio Conte sarebbe Scudetto aritmetico con una vittoria sul Cagliari al 'Diego Armando Maradona, il quarto nella storia del Napoli. Proprio perché Jeda è stato anche un ex del club sardo, come crede che la squadra di Davide Nicola, sicura della permanenza in Serie A, affronterà quest'ultima giornata di campionato?

C'è da dire che alcuni fattori si sono incastrati favorevolmente per il Napoli, non c'è dubbio. Nelle ultime due giornate, in particolare, non si è vista una squadra brillante che ha soddisfatto le attese, oltre a essere stata piuttosto aiutata dalla fortuna, in quanto l'Inter non è riuscita ad approfittarne quando era nelle condizioni di prendere il largo e di guadagnare terreno. Arrivati a questo punto, per le condizioni che si sono create, questo è uno Scudetto che il Napoli non può non vincere.

Sarà bellissimo vedere questo testa a testa fino all'ultima giornata, a testimonianza del grande equilibrio che c'è stato tra le due squadre in tutto il campionato. Però, è probabile che l'Inter abbia inconsciamente spostato la mente sulla finale di Champions League, dopo il trionfo contro il Barcellona. Nelle ultime partite non ha giocato con quella rabbia per andare a prendersi il campionato a tutti i costi, come se avesse mollato un po' questo obiettivo. Resta il fatto che il Napoli ha il suo destino nelle proprie mani, quindi non deve pensare ad altro se non a vincere la partita decisiva.

Credo che il Cagliari arriverà con un animo sereno e pieno di orgoglio per il proprio obiettivo raggiunto in campionato, ma non potrebbe essere diversamente; verrà a giocare questa partita sapendo che non ha l'assillo di fare risultato a tutti i costi per salvarsi, anche se non è da trascurare la grande rivalità sportiva che c'è da tra le due squadre, già da diversi anni.

Sul profilo mentale il Napoli sarà molto più determinato nel cercare una vittoria che resta tranquillamente alla sua portata, è inutile negarlo, però occorrerà mantenere i nervi saldi anche stavolta, perché per essere sicuro del traguardo dovrà vincere contro un avversario che non avrà voglia di fare da passerella, ma vorrà farsi valere anche contro la squadra capolista.

Diversi sorpassi in testa alla classifica per Napoli e Inter in questo campionato, tra cui quelli provvisori nella rocambolesca penultima giornata. Per quanto accaduto nelle gare di Parma e Milano, sarebbe giusto sostenere che sia stata l'Inter a perdere la grande occasione di vincere lo Scudetto?

Sì, sicuramente. I meriti del Napoli sono tanti e vanno messi in primo piano, perché tutta la squadra è stata molto brava ad approfittare dei passi falsi dell'Inter che, se si tiene conto della mole di partite che ha affrontato, ha disputato una stagione strepitosa.

Mi auguro che possa portare a casa una Champions League che sarebbe fantastica, però credo che su questo campionato abbia avuto delle colpe piuttosto grandi, perché ha avuto a disposizione diversi momenti topici in cui poteva allungare e staccarsi.

Resta chiaro che bisogna anche dire bravo a questo Napoli che non ha mai smesso di crederci, specialmente quando l'Inter era riuscita a ritornare al primo posto. Poteva essere il colpo del k.o., ma la squadra di Conte ha avuto una forza d'animo incredibile. In verità, nemmeno io mi sarei aspettato di vedere una reazione così forte da arrivare fino in fondo. I complimenti sono tutti meritati e sinceri per l'intero gruppo azzurro, ma la squadra di Simone Inzaghi, in certi momenti della stagione, non è stata determinata abbastanza per prendersi questo campionato.

Cosa è piaciuto di più a Jeda di questo Napoli e quali meriti attribuisce ad Antonio Conte?

I meriti di Conte sono tanti, è innegabile. La sua più grande bravura con il Napoli è stata quella di non arrendersi mai, specialmente in quel periodo del campionato in cui l'Inter è riuscita ad andare al primo posto. Era subentrata quella paura di non farcela, con l'ambiente attorno alla squadra che sembrava arreso, sconfortato.

Era chiaro che la società volesse riscattarsi da una stagione precedente disastrosa, con l'intento di tornare a qualificarsi in Champions League, ma non credevo che potesse spingersi fino a lottare per lo Scudetto. Lo sostengo con sincerità.

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Però, tutti sanno chi è Conte, vale a dire un allenatore vincente, uno caparbio, rigido, intransigente; dà tutto sé stesso per portare benefici alla squadra, ma pretende che venga fatto lo stesso per lui. Ha il suo carattere, può piacere o meno, ma riesce sempre a portare a casa risultati importanti.

Lui è stato per davvero quella scossa importante che serviva e il merito va riconosciuto anche a De Laurentiis che si è comportato da vero presidente, perché è stato bravo a capire di aver sbagliato tantissime cose nel campionato scorso e ha avuto la forza di puntare sull'allenatore giusto; lo ha lasciato lavorare e gli ha dato fiducia anche nei momenti difficili della stagione.

Naturalmente, il merito va dato anche a tutti i calciatori, i quali hanno creduto tutti insieme di essere la squadra più forte, anche quando c'è stata la cessione di Kvaratskhelia che poteva creare dei problemi. Se si arriva a questi risultati, il merito è di tutti, ma Conte ne ha più di chiunque altro.

Poi, credo che la tifoseria del Napoli non abbia bisogno di presentazioni, perché è stata parte integrante di questo grande risultato ottenuto finora, direi la più importante.

Manca anche da assegnare il quarto posto utile per l'ingresso alla prossima Champions League. Con un punto di vantaggio su Roma e Lazio, la Juventus resta la favorita per aggiudicarselo, in considerazione delle gare dell'ultima giornata di campionato?

Direi di sì, non vorrei pensare che la Juventus si lasci scappare questa grande occasione. Andare in Champions League rappresenterebbe l'obiettivo minimo, perché mi sarei aspettato molto di più dal rendimento di questa squadra. Non è stata una stagione facile, per niente, e tutti sanno cosa è accaduto; ci sono stati periodi in cui è emerso qualcosa d'importante, ma ci si aspettava molto di più da una società di questo blasone.

Anche la sfortuna si è messa dalla sua parte, è vero, perché d'infortuni ce ne sono stati abbastanza e hanno influito sul rendimento, ma non può essere un alibi per giustificare una stagione così opaca. Sinceramente, credevo che potesse lottare per lo Scudetto.

Accampare scuse o coprire le difficoltà che ci sono state con diverse giustificazioni non è da Juventus, perché questo è un club nato per cercare di vincere qualcosa d'importante ogni anno.

Da calendario e con questa classifica, una vittoria della Juventus chiuderebbe ogni discorso, senza preoccuparsi di Lazio e Roma; soprattutto quest'ultima, è diventata un'altra squadra da quando è arrivato Ranieri e con il Torino cercherà di andare a prendersi un'altra vittoria, sperando che il Venezia faccia uno sgambetto alla Juventus anche soltanto con un pareggio.

Ripeto, tra le contendenti al quarto posto, la squadra di Tudor è quella che sente il peso maggiore di non poter sbagliare, ma troverà una formazione che farà di tutto per fare quello che sarebbe un miracolo sportivo, per cui non sarà affatto una passeggiata. Anche per la qualificazione in Champions, è una bellissima lotta da vivere fino all'ultimo secondo.

Il Bologna ha vinto una storica Coppa Italia, battendo il Milan in finale, e si è guadagnato un posto alla prossima Europa League. Quali sono le considerazioni sulla stagione della squadra di Vincenzo Italiano?

Posso soltanto fare i miei complimenti alla società, a tutti i calciatori e, naturalmente, al suo allenatore. Mi piace molto questa squadra, si è creato un gruppo veramente molto affiatato; non era facile ereditare i risultati di Thiago Motta e direi che questo Bologna ha fatto una stagione strepitosa. Credo che, se mantengono tutti questa compattezza e l'unità d'intenti, avrà la possibilità di creare un ciclo che può portare altre grandi soddisfazioni per diversi anni.

Italiano è quello che merita l'applauso più lungo, perché si è dimostrato un allenatore di spessore; non è uno che si riempie la bocca di belle parole per poi bluffare in campo, al contrario; parla quando deve parlare e dice sempre cose giuste, sensate; ha saputo far vedere il bello del calcio e ha messo a disposizione tutto quello che poteva, soprattutto grinta e cuore. È stato anche sfortunato nella sua carriera, specie con la Fiorentina, ma questa Coppa Italia e la qualificazione europea lo ricompensa dei tanti sacrifici compiuti e di qualche sconfitta immeritata.

Vedere una squadra che resta unita con il proprio allenatore è la vittoria più preziosa, non ha mai smesso di ascoltare e seguire le sue idee che si traducono in un gioco concreto e redditizio. Ha funzionato tutto quest'anno e sono davvero contento, perché Bologna è un ambiente che merita di vivere belle emozioni e anche a lungo.

Indipendentemente dai risultati dell'ultima giornata, la Roma si è assicurata un posto in Europa. Si sarebbe aspettato questo rendimento con l'arrivo di Claudio Ranieri, se si pensa alle condizioni in cui versava la squadra fino allo scorso novembre?

No, sinceramente, perché l'inizio di stagione è stato terribile, davvero disastroso sotto diversi aspetti, a partire dal rinnovo di De Rossi e il suo esonero pochi giorni dopo la firma. Sembrava un anno stregato per la Roma, ma quando la situazione si stava facendo pericolosa, la proprietà è stata molto brava a fermarsi a riflettere e individuare una persona giusta che sapesse riportare ordine in tutto.

La scelta di Ranieri è stata un'intuizione geniale, per certi versi, perché era l'unico che potesse essere in grado di cambiare completamente l'atmosfera. Tra l'altro, lui non voleva più allenare, ma avrà cambiato immediatamente idea quando è stata la Roma a chiamarlo.

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Il carisma che ha questo uomo è pazzesco, non ha eguali. La squadra è stata fortunatissima ad averlo trovato; se è rinata, il merito più grande è del suo allenatore attuale, senza ombra di discussione. Incredibile è stata la serenità che ha portato in così poco tempo, nonostante la situazione generale così caotica che si è ritrovato.

È anche giusto tenere presente che questa squadra ha anche degli ottimi calciatori, altrimenti non sarebbe arrivata nelle posizioni di classifica che tutti conoscono. C'era un potenziale schiacciato da diversi fattori negativi ed era imbarazzante vedere la Roma a inizio stagione in quelle condizioni.

Poi, è arrivato Ranieri e si è creata una sorta di magia, dove anche la tifoseria si è rigenerata insieme alla squadra. Rimarrà nella storia di questo club, è inevitabile. Che dire, sono stati davvero tutti bravi e credo che nessuno si aspettasse di vedere una Roma lottare per la Champions League, perché ancora non è finita. Anche se non dovesse raggiungere il quarto posto, per come si era profilata questa stagione, è come se lo avesse ugualmente conquistato.

Tra il rendimento in Conference League e campionato, quali sono le considerazioni personali sulla stagione della Fiorentina?

Direi che la Fiorentina ha disputato una stagione di tutto rispetto, non mi sarei aspettato un andamento troppo diverso da quello attuale. Non va dimenticato che nel girone d'andata era a ridosso della zona Champions, ma non era difficile intuire che sarebbe stato un po' difficile mantenere quei ritmi per il prosieguo del campionato.

Invece, un po' di delusione c'è stata per quello che si è visto in Conference League, sinceramente; mi sarei aspettato di vedere compiere un passo in più, perché la finale sarebbe stata alla sua portata.

Inoltre, la dirigenza ha puntato su Palladino che è un allenatore ancora giovane, ma ha già dato prova di saper metterci la faccia quando c'è da prendersi le proprie responsabilità; ha sempre difeso le sue idee ed è stata brava anche la società a saperlo aspettare, perché poi i risultati non sono stati negativi, anzi.

Personalmente, continuerei a dargli fiducia e proseguirei il progetto di crescita con lui in panchina, dandogli la possibilità di creare una certa continuità con l'ingresso di qualche volto nuovo che possa alzare il livello di questa squadra, in vista della prossima stagione.

Ripeto, la Fiorentina ha disputato un buon campionato, a tratti entusiasmante, ma è un peccato non essere andati avanti in Conference League, perché la squadra poteva fare qualche sforzo in più con i molti calciatori bravi che si ritrova, secondo me.

C'è anche il Lecce nel passato di Jeda, una delle squadre interessate alla permanenza in massima serie insieme a Verona, Parma, Empoli e Venezia. Tante le combinazioni in gioco, tra cui un possibile spareggio proprio tra la squadra di Giampaolo e quella di D'Aversa. Quale squadra è più a rischio per il terzultimo posto?

Purtroppo, vedendo il programma dell'ultima giornata, mi viene da dire il Lecce. Sono rimasto molto contento che sia riuscito a vincere una partita difficile contro il Torino, perché se così non fosse stato, si sarebbe trovato con oltre un piede e mezzo in Serie B.

Manca l'ultimo passo da compiere, ma è quello più difficile. Il calcio, però, resta sempre bello proprio perché dà la possibilità di vedere qualsiasi risultato, quindi sperare di riuscire a portare a casa una vittoria è il minimo che si possa fare, anche se tutti sanno che resta complicatissima contro una Lazio che gioca dinanzi al proprio pubblico ed è in piena corsa per la Champions League. Andare a Roma per giocarsela con tutte le forze possibili è un dovere, sarebbe da folli pensare di non farcela, pur sapendo che occorrerà disputare una partita perfetta.

Anche gli altri risultati saranno importantissimi, perché questa salvezza potrebbe non dipendere soltanto dal Lecce. Tra le concorrenti c'è l'Empoli che, secondo me, ha la situazione più agevole di tutte, in quanto gioca in casa contro una diretta rivale e non è affatto una differenza da poco; il Verona ha due risultati favorevoli su tre, ma dovrà sudarsela tantissimo; anche Parma e Venezia dovranno vedersela contro squadre che sono tra le più forti del campionato, per cui quella di D'Aversa ne potrebbe approfittare di questa grandissima chance.

Oltre a ribadire che il Lecce rischia più di tutte le sue avversarie, direi che mi sarei aspettato di vedere questa squadra salva con qualche giornata di anticipo, quindi che non arrivasse a rischiare fino a questo punto. Mancano ancora novanta minuti e bisogna dare l'anima, non c'è altra soluzione. Anche la fortuna, poi, sarà una componente fondamentale. Spero di cuore che il Lecce si salvi anche quest'anno, naturalmente.

Pur mancando ancora l'ultima giornata, quale squadra della Serie A ha deluso più di tutte le aspettative, mentre qual è quella che si è mostrata una lieta sorpresa, secondo Jeda?

Sono deluso di gran lunga dal Milan, non potrebbe essere altrimenti. C'è poco da dire, perché si tratta di una stagione da archiviare, a parte la Supercoppa Italiana contro l'Inter. Troppo poco per un club di questa importanza, con questa storia alle spalle. Ci sarà molto da lavorare per questa società e ci vorrà tempo per tornare ad alti livelli, ma staremo a vedere.

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La sorpresa più bella, invece, l'ha regalata il Bologna, perché ha entusiasmato non soltanto i propri tifosi ma tutti gli appassionati di calcio. Oltre ad aver vinto la Coppa Italia, credo che abbia fatto una grande stagione sotto tutti i punti di vista. Ci sono tutte le condizioni per pensare di andare ancora più in alto, perché c'è una società solida e un ambiente sano a supporto di questa squadra che ha fatto divertire e gioire. Sono stati bravi tutti e mi congratulo.

Spezia, Cremonese, Juve Stabia e Catanzaro. Quale resta la più accreditata per andare in Serie A, tenendo conto degli incroci delle semifinali?

A questo punto della stagione, può accedere davvero di tutto. Tra le quattro rimaste in corsa, devo dire che mi ha sorpreso moltissimo il Catanzaro, perché credevo che non riuscisse ad arrivare fin dove è arrivato, sinceramente. A maggior ragione, con grandissimo rispetto per questa squadra, devo dire che è una bellissima sorpresa.

Però, ritengo che restino favorite prima lo Spezia e poi la Cremonese, non soltanto per via della posizione in classifica di entrambe; hanno un po' di esperienza in più rispetto alla Juve Stabia e allo stesso Catanzaro, perché sono due realtà che già conoscono piuttosto bene la Serie A e hanno più abitudine a giocare determinate partite, anche se, come detto prima, può venire fuori qualsiasi esito.

Cosa ne pensa Jeda della vicenda che ha riguardato l'annullamento dei Playout in Serie B?

È diventata un'abitudine da molti anni, purtroppo, mettere in discussione il calcio italiano con brutte sorprese. L'aspetto più triste e preoccupante è che sembra sia diventato quasi normale far venire fuori delle situazioni del genere che portano a stravolgere tutti gli equilibri.

Ogni anno accede qualcosa. Quest'ultima dei Playout di B annullati all'ultimo minuto, dopo una stagione con i risultati ottenuti sul campo, è incredibile. Così, rischia di diventare inutile giocare. In Italia può accadere davvero di tutto, a quanto pare, per cui non mi sorprende più venire a conoscenza di eventi così brutti.

I ribaltoni che avvengono dopo le partite mettono sempre più in discussione la credibilità dei campionati ed è terribile che vengano stravolti, all'improvviso, in questa maniera. Credo che vicende come questa portino soltanto a svilire uno sport che ha già perso abbastanza fascino. Si parla già da anni di creare una linea netta e pulita per lo svolgimento dei campionati professionistici, facendo prevalere una certa serietà, ma sembra che per tutto questo non arrivi mai il momento giusto da cui ripartire da zero.

Il calcio italiano resta uno dei più seguiti al mondo, ma queste situazioni provocano soltanto disprezzo e fanno allontanare ancora di più tutti i tifosi e gli spettatori. Sono figuracce tremende e imbarazzanti che creano un danno d'immagine non indifferente. Spero che tutti facciano una profonda riflessione su tutto quello che sta accadendo.

Il Vicenza, prima squadra di Jeda da professionista in Italia, resta favorito per la vittoria dei Playoff di Serie C?

Sinceramente, mi sarei aspettato qualcosina in più dal Vicenza di quest'anno. Credevo potesse farcela a vincere il campionato, anche perché c'è stato un momento importante della stagione in cui era riuscito a sorpassare il Padova, poi qualche altro passo falso di troppo ha vanificato tutti gli sforzi. Adesso, è inutile girarsi indietro e pensare al passato, perché bisogna concentrarsi su questi Playoff che restano l'unica strada per andare in Serie B.

Fa uno strano effetto vedere il Vicenza giocarsi le proprie possibilità contro il Crotone, perché entrambe state due squadre molto importanti del mio trascorso a cui sono molto affezionato. Nella gara di andata c'è stata questa vittoria molto importante, per cui è naturale che il Vicenza sia favorito per andare avanti, oltre al fatto di aver concluso con una posizione in classifica migliore rispetto al Crotone.

Potrebbe essere un segno del destino, oltre che un tramite per riscattarsi alla grande. La squadra, poi, è guidata da un allenatore molto esperto, per cui spero che anche Vecchi possa togliersi grandi soddisfazioni alla fine. Il ritorno in Serie B sarebbe il giusto premio per questa città, perché merita di tornare ad alti livelli. Credo che il Vicenza ce la possa fare, pur sapendo che non sarà affatto facile vincere questi Playoff.

Jeda si è regalato l'ennesima promozione da calciatore, vincendo il campionato di Terza Categoria con la FC Zeta Milano. Quali obiettivi personali per il futuro?

Quella appena conclusa è stata una bella stagione, ma non soltanto per me. Mi sono divertito con tutti i miei amici, facendo parte integrante di un progetto molto bello e interessante. Il primo obiettivo è stato raggiunto, vale a dire la vittoria del campionato, ma cercheremo di andare il più lontano possibile, sapendo che la strada si farà sempre più in salita.

Riuscire a sentire ancora la voglia di mettersi in gioco, dopo tantissimi anni, è qualcosa di speciale che aiuta a stare davvero bene. Finché ci sarà la possibilità, continuerò con grande entusiasmo. Per adesso, mi prendo un piccolo periodo di riposo, poi si ripartirà più forte di prima, perché ci sarà tanto lavoro da fare con la Zeta Milano.

Jeda, è stato gentilissimo. La ringraziamo per questa intervista e ci auguriamo di poterLa risentire, prossimamente.

Il piacere è stato tutto mio. Grazie a Voi.