Sinner spettatore della sua ex squadra. L'umiltà del campione
Dopo la premiazione come Giocatore dell'anno, ai SuperTennis Awards, Jannik Sinner si è concesso una giornata di svago, pur rimanendo sempre in ambito sportivo.
L'agenda di Jannik Sinner è sempre piena di impegni, ma tra i due appuntamenti di Torini, ha trovato spazio anche per la famiglia e gli amici. Dopo aver chiuso la stagione nel migliore dei modi, con tanto di impresa sfiorata contro Daniil Medvevev, il tennista italiano è riuscito a trascorrere qualche giorno di riposo tra le sue montagne con i vecchi amici.
Il campione azzurri infatti, ha fatto una mini fuga nella sua Sesto, dove tra le tante cose, ha seguito la partita di calcio di seconda categoria della sua ex squadra, l'AFC Sexten.
Il numero 10 della classifica ATP ha mantenuto quindi saldo il legame col passato, pur essendo arrivato al professionismo. Complici i numerosi impegni, sono molto poche le volte in cui può tornare in patria. Quello dell'AFC Sexten è un filo che lo lega alla sua infanzia e domani il team ha avuto il piacere di ospitarlo sugli spalti nella partita esterna pareggiata contro il Monguelfo. Sinner ha assistito con il fratello Mark ai 90 minuti, prima di recarsi nello spogliatoio per scambiare due chiacchiere con i protagonisti, amici di infanzia ed ex compagni di squadra.
Ebbene sì, forse è noto a pochi, ma tra le infinite attività che il prodigio azzurro ha svolto, c'è anche il calcio, attività svolta dai 6 ai 13 anni, in concomitanza con tennis e sci.
L'elogio del Presidente del Sexten e il passato di Sinner
Qualcuno potrebbe pensare che il 20enne di San Candido abbia scelto poi il tennis come sport professionistico, perché non troppo bravo con gli altri due. Tutt'altro! Come conferma anche l'attuale Presidente del Sexten, Wolfram Egarter, era tremendamente incisivo anche lì: "Era forte in qualunque cosa facesse. Io l'ho allenato per cinque anni e posso dire che era un talento incredibile anche nel calcio. Sapeva applicare subito ciò che gli chiedevo. Correva tanto e arrivava su ogni pallone, ma soprattutto mentalmente aveva una marcia in più: non poteva che essere un centrocampista!". Da qui a dire che sia un calciatore manicato ce ne passa, ma è certo che quella marcia in più che aveva anche sul prato verde, l'ha usata poi per raggiungere i risultati ottenuti finora in carriera".
L'umiltà è un'altra qualità che ha mantenuto intatta, prosegue Egarten: "Si parla molto di lui qui. Siamo tutti molto orgogliosi di ciò che sta facendo perché quando torna è sempre la stessa persona. Si comporta in maniera del tutto normale e così hanno fatto i suoi genitori nonostante la popolarità del figlio". Infatti papà Johann e mamma Siglinde continuano rispettivamente a lavorare in cucina e al servizio ai tavoli nel rifugio Talschusshütte. I riflettori accesi su Jannik, difficilmente gli permettono di godersi il tempo libero a disposizione: "Mi ha spiegato che raramente può godersi una passeggiata in tranquillità, senza essere disturbato. Per questo tiene a mantenere una certa riservatezza, ma non rinuncia alle uscite con gli amici di un tempo. Ci ha promesso una pizzata di gruppo non appena terminerà la Coppa Davis".
Lo sci alpino e i consigli ai più piccoli
Non solo calcio ma anche sci alpino: in questi giorni giorni Sinner ha potuto rionciliarsi con un altro pezzo della sua gioventù, sport che inizialmente sembrava promettergli ancor più successo della racchetta. Prima di tornare sui campi di Torino con l'Italia di Davis, il giovane tennista ha dedicato qualche ora e un paio di consigli ai giovanissimi che sciavano al Passo di Monte Croce di Comelico. Dopo la rinuncia di Berrettini, Jannik Sinner è pronto a lottare per il tricolore a partire da venerdì nell'esordio contro gli Stati Uniti.