Fagioli, la Procura valuta possibile estorsione ai suoi danni
Il centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli potrebbe essere riascoltato dalla Procura di Torino per chiarire la situazione. Il calciatore ha dichiarato infatti di aver subito delle minacce dai creditori. Se ciò fosse vero, si potrebbe procedere per tentata estorsione ai danni del giocatore
Mentre i debiti di Nicolò Fagioli aumentavano, aumentavano anche le minacce. È lì che il giovane calciatore continuava a giocare per cercare di saldare con i creditori. Lo ha raccontato lui alla Procura della Federcalcio, il 28 settembre scorso, nell'ambito dello scandalo scommesse. Il giocatore della Juventus ha detto: "Aumentando il mio debito e ricevendo pesanti minacce fisiche (tipo: 'Ti spezzo le gambe') anche durante la notte pensavo di giocare solo per tentare di recuperare il mio debito".
Una chiara ed esplicita rivelazione relativa alle minacce subite da Fagioli, non presente però, sul verbale dell'interrogatorio reso pubblico dal Pubblico Ministero Manuela Pedrotta in quanto non emersa il 23 giugno scorso davanti alla Procura di Torino. Il Corriere della Sera ha spiegato che Fagioli potrebbe essere nuovamente convocato per chiarire tale situazione e raccontare nello specifico queste eventuali minacce subite. Qualora dovessero essere confermate, si potrebbe procedere per tentata estorsione ai danni del giocatore.
Nicolò Fagioli, la Procura di Torino valuta una possibile estorsione subita
Tra le ipotesi riguardanti le motivazioni per cui il centrocampista bianconero avrebbe potuto omettere questo particolare nell'interrogatorio di quadro mesi fa, c'è quella secondo la quale il giocatore avrebbe potuto inconsciamente sminuire l'episodio delle minacce proprio per aver subito intimidazioni. Diversamente, potrebbe averla evidenziata alla Procura della FIGC per alleviare la sua posizione in vista della squalifica. Per ora, agli atti non ci sono elementi ed indizi su una possibile presenza di eventuali creditori fuori dalla Continassa per chiedere soldi al giocatore. Inoltre, alla Questura di Torino non era arrivata alcuna segnalazione.