Mi chiamo Luca Matteuzzi, ho 27 anni. Ho una laurea in Scienze Politiche e relazioni internazionali e sono un enorme appassionato di sport. Fin da bambino lo sport è stato calamita e motore della mia vita. Giocarlo, vederlo, riflettere a riguardo, poi rivederlo, poi non sapere che fare attendendo gli eventi successivi, poi rifletterci di nuovo su e infine gioire, piangere e arrabbiarsi per quello che per la maggior parte delle volte, almeno per le mie esperienze e conoscenze, non è "solo" sport.
Ho una passione viscerale per il calcio, a tutte le sue latitudini. Essendo nato in Brasile ed avendo una mamma colombiana (e 27 cugini ferventi tifosi) sono stato naturalmente attratto anche dalle dinamiche sportive d'oltreoceano oltre che a quelle di casa mia, in ordine: Roma, Italia, Europa.
Ma non solo calcio, anzi. Per esempio adoro il periodo delle olimpiadi. Però - nel quotidiano - pratico e seguo la pallacanestro nostrana: la meravigliosa tensione dell'A2, le battaglie dell'A1 e le calde sfide tra le potenze europee. Ovviamente chi ama il basket non può sottrarsi a star sveglio fino all'alba per seguire le meraviglie dell'NBA statunitense, e così sono costretto da qualcosa che sento dentro, tra stomaco e petto, a vedere l'alba per osservare come questi atleti sono in grado di sfidarsi.
Ma non sono solo basket e calcio a tenermi sveglio durante la notte. Il pugilato, nonostante qualche pecca organizzativa e alle volte qualche pecca di talento (specialmente negli ultimi anni), è e rimane lo sport più nobile del pianeta, in grado di avere un potere di attrazione fuori dal comune. E questo vale per chiunque, di qualsiasi livello, salga sul ring, che siano essi professionisti o dilettanti.
Infine la Formula 1. O, meglio, la Ferrari. Mio padre mi portava, da piccolo, a Monza a vedere i meccanici e gli ingegneri italiani piangere e strillare (e noi con loro) mentre davano lezioni di velocità e aerodinamicità al mondo. No, non è solo sport, per me.
Non c'è solo lo sport nella mia vita. La letteratura, il cinema, la scrittura e la musica rappresentano anch'essi grandi poli di attrazione. Spesso, e assai volentieri, queste passioni possono essere persuase e colluse dal potere e dal fascino dello sport, e questi connubi possono rappresentare espressioni altissime d'arte sportiva. In fin dei conti sono le passioni, intersecate l'una con le altre, a rendere bella la vita, a tirarti su, a buttarti giù, a farti sperare sempre che qualcosa di bello possa succederti o ad avere paura che qualcosa di brutto possa essere dietro l'angolo. Insomma, lo sport ha questo potere su di me, mi emoziona. Cosa c'è di più bello?