Francesco Repice a SuperNews: "Il VAR non ha risolto nulla. Sarri e Mourinho sono molto simili. Su Mancini..."

SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Francesco Repice, noto giornalista e radiocronista di Tutto il Calcio Minuto per Minuto, per parlare di queste prime battute della Serie A: ecco le sue impressioni su Juve, Napoli, Milan, Inter, Roma e Lazio

La redazione di SuperNews ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Francesco Repice, celebre radiocronista di Radio Uno a Tutto il Calcio Minuto per Minuto, per commentare le prime partite di questa Serie A che comincia già a stupire. Ecco le sue parole ai nostri microfoni.

La Juve ha cominciato con un bel 0-3 a Udine, poi ieri la frenata a Bologna. Le chiedo un commento sul rigore non assegnato al Bologna e poi un giudizio su Allegri e la Juventus, dove pensa che possa arrivare?
Con molta sincerità, delle polemiche mi interessa poco. Mi limito ad osservare che il tanto osannato arrivo della tecnologia non sta portando le novità e le migliorie sperate: alla fine continuano a lamentarsi tutti. Per quanto riguarda la squadra bianconera, invece, credo che di fatto sia la stessa squadra dell'anno scorso: non credo che Cambiaso e Weah al posto di Kostic e Cuadrado possano spostare molto, di fatto i cambiamenti sono stati pochi. Alla Juventus poi volevano un attaccante diverso, per quello che sarebbe stato un affare finanziario, economico e forse anche tecnico clamoroso. Allegri di fatto sta lavorando sugli stessi principi che l'anno scorso gli hanno permesso di arrivare terzo sul campo, quindi credo che quest'anno cercherà di fare lo stesso. Poi, magari, lavorando con solo una gara a settimana si potrebbe puntare anche a qualcosa di più.

Quel "qualcosa in più" sarebbe lo Scudetto. Crede che Inter e Milan, le squadre che forse si sono rinforzate di più nel calciomercato, siano le favorite per il Tricolore?
Non lo so, parlare di favorite adesso mi viene ancora troppo difficile. Ci sono solo due partite giocate, c'è la Coppa d'Africa e anche la Coppa d'Asia, oltre a infinite variabili di mezzo: è troppo difficile davvero dire chi sia una favorita. Di fatto, potremmo dire che tutte quelle che squadre che ambiscono alle prime quattro posizioni possono puntare allo Scudetto: poi c'è chi è più attrezzato e chi meno, però magari già tra tre settimane cambia tutto.

Il Napoli ha perso Kim, Spalletti e Giuntoli. Dentro solo Natan e Cajuste e forse Lindstrom: Garcia può ripetere il miracolo dell’anno scorso?
Ripetersi è sempre più difficile che arrivare a dama la prima volta. Il Napoli però ha un impianto di squadra interessantissimo, ha due giocatori che non ha nessuno che sono Osimhen e Kvara. Lotta per il vertice, poi non so se sia il favorito come ho già detto, però certamente non si è indebolito. Non può la partenza di Kim da sola rendere più debole la squadra azzurra, e neppure l'addio di Spalletti: questa squadra ormai già con delle conoscenza già acquisite e mandate a memoria, al massimo i calciatori possono ampliarle con l'arrivo di un allenatore come Garcia.

La Roma invece sembra essere in difficoltà: un solo punto in due gare. Lukaku è quello che serve a Mou?
La Roma sta cambiando semplicemente, tutto qua. Sta cambiando il modo di stare in campo: l'ho vista dal vivo con la Salernitana e non mi era affatto dispiaciuta. Prende pochissimi tiri in porta, ma quelli che prende finora sono letali. Lukaku? Beh, chiaramente non è la soluzione per non prendere più questi gol, ma al massimo per segnarne uno in più degli avversari. Penso che da metà ottobre la linea offensiva della Roma sarà molto forte, mentre la mediana lo è già. Ha un grandissimo allenatore che sa gestire le stagioni e i calciatori: metto anche i giallorossi tra quelle che potranno dire la loro in ottica primi posti.

Sarri si è lamentato per il calendario della Serie A e per le date del calciomercato, poi ha perso con Lecce e Genoa. Come giustifica questa falsa partenza?
Fossi un tifoso della Lazio non sarei preoccupato: è ancora calcio d'agosto, non sono amichevoli ma poco ci manca. Lavorare per il terzo anno di fila con lo stesso allenatore è un vantaggio, è uno che i suoi concetti li fa mandare a memoria ai suoi calciatori. So la bontà del suo lavoro, conosco il suo modo di lavorare: ho imparato a capire come lavora sulla difesa, è un allenatore che va seguito. Se lo segui arrivi ai risultati: esattamente come Mourinho. Sembrano così diversi ma l'anno scorso hanno fatto lo stesso ragionamento: Mou ha mollato il campionato per arrivare in fondo nelle coppe, Sarri ha mollato le coppe per arrivare secondo in campionato. Dicono entrambi una verità assoluta: se hai una rosa corta e di qualità non eccelsa, devi per forza rinunciare a qualcosa. Penso che veramente i grandi allenatori siano quelli che si fanno comprare calciatori forti, che li anno gestire e che sanno dare un'organizzazione alla squadra. Lo spettacolo in campo, poi, lo danno i calciatori.

Un pensiero sulla vicenda delle dimissioni di Mancini e del suo approdo sulla panchina della Nazionale dell'Arabia Saudita? Si aspettava che le cose sarebbero andate così?
Nessuno se lo aspettava. Mi aspettavo semplicemente che venissero dette le cose per come stavano fin dall'inizio, senza trincerarsi dietro a cose che sicuramente avranno la loro importanza. Ma obiettivamente credo che di fronte a quelle cifre... Avrebbe semplicemente avuto il dovere di dire espressamente che di fronte a quelle cifre non poteva dire di no. Sicuramente ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe avuto comunque da ridire, però sfido chiunque a dire di no a questi soldi qui. Servirà più trasparenza e chiarezza: questo imponeva l'eleganza del personaggio. Le cose non sono andate così, ed è un gran dispiacere.

Leggi anche:  Sassuolo-Cagliari, probabili formazioni: le scelte di Gilardino e Ranieri